Tra le campagne incontaminate dei Colli Euganei sorge Villa
Barbarigo Pizzoni Ardemani. La villa ha un giardino incantevole vincitore nel
2003 del premio “Il Parco più Bello” e recentemente insignito del prestigioso
riconoscimento “Il più Bel Giardino d’Europa”. La storia del luogo: un’antica tenuta di caccia, strettamente legata ai Barbarigo, nobile famiglia veneziana che qui si
rifugiò nella seconda metà del ‘600 per scampare dalle devastazioni della
peste. Zuane Francesco Barbarigo aveva fatto voto di erigere un imponente
giardino qualora i propri congiunti si fossero salvati dal contagio e, superato
il pericolo, si impegnò nella realizzazione. Il progetto, affidato a Luigi
Bernini, architetto e fontaniere pontificio nonché fratello del più noto Gian
Lorenzo, mostra infatti numerose analogie con i giardini d’acqua romani tra cui
quello di Villa d’Este a Tivoli, forse il più noto in assoluto. Il simbolismo
profondo degli apparati decorativi conferisce alla proprietà un affascinante
alone di mistero: zampilli d’acqua e statue a soggetto mitologico
accompagneranno il visitatore in un percorso di crescita interiore e salvazione,
nel percorso che va dall’immanenza alla trascendenza. Lo so io dovevo parlare
di storie di animali, qui a Villa Barbarigo in mezzo a tanta bellezza si giunge
ad un certo punto all’Isola dei Conigli. L’Isola dei
Conigli o Garenna, unica superstite nei pochi giardini d’epoca
ancora esistenti, sta a simbolo della immanenza, cioè, della condizione comune
degli esseri viventi limitati dal corpo stretto fra i confini dello spazio e
del tempo, ed è in contrapposizione con la monumentale
Statua del Tempo che si trova di fronte, ad Est del Viale
Centrale . Infatti cosa mai
può alleviare la limitatezza del nostro essere se non l’amore? Di cui i conigli
sono simbolo, essendo prolifici? L’Isola dei Conigli può essere forse ispirata anche alla
lussureggiante Isola di Citera, tanto celebrata da Francesco Colonna nella sua ‘Hypnerotomachia Poliphili’.
Nessun commento:
Posta un commento