venerdì 21 agosto 2015

IO E TEA prima puntata

Oggi è un giorno di giugno, dovrebbe esserci il sole ed io dovrei fare la passeggiata in bicicletta verso il mare, poi fermarmi un poco alla spiaggia, mangiare un panino, un frutto e poi andare al lavoro, ma piove il tempo è grigio e così ho deciso di raccontarvi un fatto che non ho mai svelato a nessuno.
All'ombra dell'ultimo sole
s'era assopito un pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.
Tanti anni fa, forse venti, forse trenta, io e Tea, la mia compagna di classe alle medie, cantavamo:  Il  Pescatore,  la canzone di Fabrizio De André, la vita allora era bella e Tea mi diceva questa è una canzone sull’amicizia, sull’amore, sull’aiuto reciproco, come il legame che unisce noi due.
Io non badavo molto a ciò che diceva Tea, lei era molto sensibile e vedeva cose strane anche dove non ce n’erano, a me la canzone piaceva per la musica e basta, ma annuivo e le dicevo: “sì, sono d’accordo con te”, bastava tanto poco per farla felice.
Aveva una madre orribile, sempre pronta a farle ricatti, invidiosa della sua gioventù.
Un padre, lei diceva buono, era in realtà un padre/padrone, che le dava calci in culo se non faceva quello che lui voleva.
Poi in questo quadro poco edificante, ci si mise il professore di disegno, il quale la palpeggiava.
Tea ne soffriva tantissimo, si vergognava, credeva di essere anormale, io l’ascoltavo ma non capivo, non capivo, io ero  minuta filiforme, non dimostravo quindici anni, a malapena dodici o tredici e nessuno mi aveva mai guardato  in maniera  morbosa e strana e meno che mai mi aveva infilato la mano sotto la gonna o strizzato il seno; Tea invece era alta e tornita, pareva la copia di Valentina, l’eroina di Crepax, Tea portava sempre scarpe  rasoterra e stava con le spalle ingobbite,    voleva essere più bassa, se possibile invisibile.
Ma invisibile non lo era, antipatica alle professoresse, alle amiche, in fondo anche a me, anche io ero invidiosa di lei, se potevo qualche dispettuccio glielo facevo.
Se ad esempio io avevo un vestitino che a lei piaceva tanto, la mia famiglia era più ricca della sua ed io avevo un guardaroba firmato, non glielo prestavo mai e poi mai.

 Tea si vergognava di chiedere gli abiti in prestito, vestiva proprio male, con della robaccia, ma i ragazzi le correvano sempre dietro, e se qualcuno non lo faceva era perché aveva timore della concorrenza.


immagine di Teoderica

Nessun commento: