sabato 27 febbraio 2010

PEOPLE

JONATHAN 
Mi hanno detto che sulla spiaggia della Versilia sono arrivati i cigni. 
Poi sono stati avvistati anche a Jesolo sul mare Adriatico. 
Intanto che aspetto che i cigni arrivino sulla mia spiaggia a Marina di Ravenna, penso a Jonathan il gabbiano. 
Vado alla spiaggia, seguo il volo dei gabbiani, le loro evoluzioni ed immagino di volare come Jonathan. 
Jonathan è diventato per me una sorta di talismano. 
Immaginatevi il mio rincrescimento quando ho trovato, mentre stavo passeggiando sulla battigia, Jonathan spiaccicato con le ali aperte come un Cristo in croce, morto stecchito. 
Il mio disappunto è stato tale, che un pescatore mi si è avvicinato: "... lo sa che i gabbiani mangiano gli occhi dei pesci? Sono ghiotti per gli occhi. Noi pescatori abbiamo trovato nelle reti tanti di questi pesci senza occhi, sono i gabbiani, questi uccellacci che li rendono ciechi, ma ora sono arrivati i cormorani. La sera al porto i gabbiani li attaccano, ma i cormorani rispondono e pare che l' abbiano vinta su di loro". 
Non sorridete, ma io che di solito nuoto a dorso, ora quando vedo un gabbiano in picchiata, noto i suoi occhi cattivi e penso che forse gli piacerebbe, col suo becco aguzzo, prendermi gli occhi. 


Il racconto è frutto di fantasia. Eventuali somiglianze a fatti realmente accaduti sono puramente casuali.

mercoledì 24 febbraio 2010

I BAMBINI INDACO


I bambini di oggi sembrano aver fatto un salto evolutivo rispetto alla generazione precedente: intuitivi, precoci, sensibili e non di rado sensitivi, possiedono un'energia interiore subito percepibile, non si adeguano agli abituali modelli di comportamento, sembrano vivere in base a leggi proprie, non fanno niente sotto costrizione e sono di conseguenza difficili da guidare. Questa autonomia nei confronti di tutto ciò che finora è stato normale e abituale finisce non di rado per manifestarsi sotto forma di disturbi di comportamento, di attenzione e di apprendimento, in iperattività, ipersensibilità e anche di allergie. Questi bambini hanno un grande compito: riportare armonia e pace in un mondo che sembra averne smarrito la nozione. Sono i bambini indaco o bambini delle stelle.
Se vuoi approfondire vedi qui.

lunedì 22 febbraio 2010

LA VITA BASSA E LA VITA AGRA

DA UN' INTERVISTA DI NELLO AJELLO ALLO SCRITTORE ALBERTO ARBASINO SUL QUOTIDIANO REPUBBLICA.

Che cos'è quello che chiami la "vita bassa". Non uso spesso metafore. 

Però la vita bassa è un fenomeno che si può osservare sia nelle trippe fuori dei pantaloni che nella società attuale. 

Parlami della casalinga di Voghera, tua metafora principe. 

Tanti anni fa la casalinga di Voghera concentrava in sé tutto ciò che di arretrato e di piccolo borghese c' era in Italia. Da quel tempo si è aggiornata. Vive di trasgressioni. È impietosa. Irriverente. Dissacrante. Ma rimane più piccola borghese che mai, rappresentando la mutazione del gregge cui appartiene. Potrebbe partecipare ad un raduno di no-global? O che so io, di no-tav, sì-tav? Come no sarebbe in prima fila. Con accessori griffati. I conformisti dell'anticonformismo. 

Ecco i tuoi bersagli preferiti. Contro di loro si esercita la tua protesta, venata di moralismo. 

Non gradisco passare per moralista. Siamo assediati da moralisti con il ditino alzato e dall' aria falsamente ironica. Quando leggo una frase molto moralistica, penso che la più efficace ciliegina sulla torta sarebbe un bel "Signora mia" 


Gentile ed Illustrissimo Signor Alberto Arbasino, come casalinga di Ravenna (non è Voghera ma è pur sempre provincia), di estrazione piccolo borghese, pecora tra le pecore, ho un lavoro ma rimango fondamentalmente una donna di casa, in quanto amo accudire la mia famiglia e tenere ordinato e pulito. Mi dispiace che Lei mi dica che sono peggiorata, ma vede è più facile assuefarmi a ciò che succede attorno a me, è più difficile scegliere quando fanno di tutto per confondermi; il vuoto lo sento inesorabile e mi affanno a riempirlo, se Lei è pieno si ritenga un privilegiato, nonostante ciò so contare sino a venti dei miei peccati prima di scagliare la pietra, non mi disprezzi troppo, già mi disprezzo da sola, spero di non essere io la causa dei mali dell' Italia, non era mia intenzione. Cordialmente la casalinga di Ravenna o di Voghera, mi chiami come vuole lei.

sabato 20 febbraio 2010

AHI SERVA ITALIA, DI FOTTERE OSTELLO

Ahi serva Italia, di dolore ostello,

nave sanza nocchiere in gran tempesta,

non donna di provincie, ma bordello!

Dante Alighieri, Purgatorio, Canto VI, 76-78 (1304-1320).

Fango, fango che scende dalle montagne, fango che scende sul Governo, fango che scende inesorabile su tutto e tutti. 
Le notizie arrivano da TV , da quotidiani, da internet, dalla gente della strada, una ridda di notizie che invece di informare crea il caos. 
L' informazione è talmente tanta che anche armandosi di attenzione e buon senso è difficile districarsi e trovare il bandolo della matassa. 
In questa baillame mi sembra di trovare più sincerità nei romanzi e nei films... proprio quelli che sembrano più assurdi. 
Sto leggendo un libro sull'ascesa al potere di Hitler, un'ascesa basata sul ricatto e la menzogna, sul caos generato dall'anarchia e dalla corruzione della Repubblica di Weimar... il messaggio è chiaro: "attenzione al caos perché dal caos può nascere il mostro". 
Sto pure riflettendo su un film che ho rivisto "V per Vendetta" il cui spirito è: "usa l' informazione per creare il caos e semina la paura potrai fare col potere quello che vuoi". 
In questo caos può nascere di tutto, infatti ieri sera ho visto a Sanremo, l'esibizione del trio: Pupo, Filiberto, Lippi ( il tenore Canonici lo lascio fuori dalla critica, la sua esibizione è stata impeccabile). 
 Lasciamo perdere l'ipocrisia e la retorica delle parole della canzone, l'ammissione ad un gara per meriti non propri ma dinastici, lasciamo perdere i rampolli di improbabili re i quali non sono re neanche col"se" o col "ma", lasciamo perdere anche l'unificazione dell' Italia, dimentichiamoci che l' Italia poteva essere già inizialmente una Repubblica, dimentichiamoci una dinastia che è stata a braccetto con Mussolini che ha firmato le leggi razziali, ne abbiamo viste tante che ormai siamo assuefatti... eppure, al peggio non c' è mai fine. Ieri sera ho visto... il ritorno del re, un ritorno in cui... io sono il re, faccio quello che voglio, i regolamenti per me non esistono, la sostanza se ne era già andata ora se ne va anche la forma... e così sia. 
Lippi poi, non potrò più tifare la nazionale italiana finché lui sarà CT, il suo uso dell'Italia, dello sport, del calcio, della morte ( ha ricordato Franco Ballarini ) tutto per sponsorizzare una canzonetta. 
E Pupo, senza rispetto per gli altri artisti in gara, cambia le parole della canzonetta evocando la vittoria dei mondiali... e le coriste bardate da bandiera italiana... meglio erano le spiritose Sorelle Bandiera di anni fa. 
Avrei voluto pubblicare un post spiritoso sul carattere dei romagnoli, ma lo spettacolo di ieri sera a Sanremo mi ha talmente mortificata ed offesa che sento il bisogno di condividere con voi il mio malessere, di chiedere a gran voce alle persone che amano l' Italia e gli Italiani , e io credo siano tante, le persone di cultura, gli scienziati, gli imprenditori, la gente comune, i politici, gli storici, TUTTI, tutti con quello che possono dare : AIUTATE L ' ITALIA... BASTA CAOS. 
 Dal Canto XVIII del Paradiso di Dante Alighieri "Ma tu che sol per cancellare scrivi, pensa che Pietro e Paulo, che moriro per la vigna che guasti, ancor son vivi. Ben puoi tu dire: «I' ho fermo 'l disiro sì a colui che volle viver solo e che per salti fu tratto al martiro, ch'io non conosco il pescator né Polo». 
Termino il post con questo canto del Sommo Dante perché la sua superba ironia ci sferzi e sferzi soprattutto le persone di buona creanza, non rimangano intanate ma facciano il bene per il Paese. 
PS... in queste righe del XVIII Dante dice alla Chiesa tu che vivi solo per cancellare ciò che scrivi, pensa che Pietro e Paolo morirono per la Vigna che tu ora deturpi... ma tu o Chiesa mi rispondi: io amo solo il Battista che visse nel deserto (sul Fiorino era raffigurato il San Giovanni Battista) e non conosco né Pietro né Paolo.

giovedì 18 febbraio 2010

ROMAGNA BELLA ROMAGNA IN FIORE TU SEI LA STELLA TU SEI L' AMORE

Per chi ama la Romagna è ora di passare la scaletta delle priorità. Conta più il denaro o la dignità? Se conta più la dignità, non sarà tanto importante se siamo poco o più ricchi dei bolognesi o dei modenesi, purchè si abbia noi la diretta responsabilità delle cose di casa nostra. E la dignità comincia dal rispetto. Chi vive in Romagna è un romagnolo, non altro. Chi mi chiama emiliano o emiliano-romagnolo o vuole scherzare, o si sbaglia o vuole offendere mancandomi di rispetto; certamente non mi ama. Con questa premessa, quanto è triste la posizione di chi rifiuta, tappandosi tutti e due gli occhi di fronte alla realtà, chi nega pur di non perdere potere, l' esistenza della Romagna, generosa con l' Italia stessa e con la libertà, la giustizia, la democrazia, ma oggi ingiusta con sè stessa. E' questo un tradimento di principio e lo dico a tutti coloro che hanno a cuore la sorte della nostra terra ma non hanno il coraggio di contraddire gli uomini che dovrebbero rappresentarli. Ricordatevi che il potere corrompe e un potere che dura da cinquant' anni, seppure democratico, è quasi un potere assoluto.

Da un articolo di Riccardo Chiesa ( Movimento Autonomia Romagna) sul Corriere di Romagna.

P.S. La Romagna non fu regione col compimento del Regno d' Italia perchè pagò lo scotto di essere la culla della Repubblicani, nel 1947 pagò lo scotto di aver dato i natali a Mussolini, oggi paga lo scotto di poche persone che non vogliono lasciare i privilegi acquisiti. Oggi più che mai, in tempi globalizzati, i romagnoli sentono il bisogno di riconoscere le proprie radici. Per affrontare il nuovo occorre sapere da dove si proviene.

martedì 16 febbraio 2010

PEOPLE

PAVOLA 

Si svegliò e si vide. 
Esisteva. 
Scese dal letto appoggiando un piede a terra, sentì duro e freddo, ebbe un brivido di piacere. 
Le piacque. 
Passo dopo passo si trovò a non poter andare più avanti, ma vide la luce, andò con la mano là e con sorpresa la luce aumentò, poteva andare avanti. 
Arrivò ad una lunga scalinata, sapeva che poteva andare avanti, che doveva andare avanti. 
Gradino, dopo gradino scendeva, inizialmente con la schiena attaccata al muro, poi sempre più spedita; si ritrovò con lo stesso spiraglio di luce, ora sapeva che andando con la mano là verso la luce e spingendo sarebbe andata avanti. 
Questa volta fu più difficile, ma insistendo riuscì ad aprire. 
Quanta gente, tante persone come lei, ebbe paura. Una voce gaia disse:"La piccola si è svegliata, fate posto a tavola, questa mattina mangia con noi" 
Pavola capiva le parole, ma non riusciva a rispondere, voleva ma non vi riusciva. 
La misero a tavola, lei si sentiva piccola, gli altri erano come lei, ma erano grandi, ed altri ancora più grandi. 
La stessa voce di prima venne accanto a lei, le piacque tanto, la amò per prima, le mise nel piatto qualcosa che a lei parve buono, buonissimo. 
La voce era della nonna:"mangiala è buona, è zuppa di cipolle, c' è anche il pomodoro". Finito di mangiare lei rimase sola, tutti andarono via di fretta, la nonna la prese per mano:   "Vieni con me, ti porto fuori". Fuori... fuori c'era la luce, tutta luce, era blu..." Là è il cielo e lì la terra "disse la nonna, sotto ai piedi c'era qualcosa, Pavola si chinò e prese con la mano una cosa calda e strana, le piaceva, sarebbe rimasta volentieri a frugare lì con tutte e due le mani. 
La nonna parlò ancora: "Tornate indietro, prendete anche la Pavola, anche a lei piaceranno le ciliegie". 
Quello che era il nonno, tornò indietro, la prese per mano, la accompagnò ad un carro, spiegò che serviva per la raccolta delle ciliegie. 
Attaccato al carro c' era qualcosa che Pavola decise che le piaceva molto, era come lei e allo stesso tempo diverso, grande, bello, bello, il nonno disse che era un somaro e meraviglia delle meraviglie il nonno la prese sotto le braccia e la mise sopra al somaro. 
Altri volevano salire sul somaro, ma il nonno:"La Pavola non può camminare a lungo, è piccola, voialtri avete le gambe buone, camminate". 
Fu così bello, e le sorprese non erano finite. 
Arrivarono in un posto grande, grande, bellissimo, tutto blu e verde, il cielo e l'erba, le piacque tanto, tantissimo l'erba. 
Le diedero in mano delle cose rosse, un nuovo colore, un colore importante, 
Pavola le guardava... erano belle, bellissime. 
"Ma che fai stupidina, mangiale, mangiale". 
Ma Pavola non voleva mangiarle, le piaceva troppo guardarle. 
Qualcuno le aprì la bocca, le mise dentro la cosa rossa, lei schiacciò i denti, buono, ma che miracolo è questo, buono, più buono della cipolla col pomodoro... erano le ciliegie. 
Quel giorno Pavola decise che le piaceva essersi vista per la prima volta, le piaceva quello che era e dove era. 
Le piaceva esistere. 
Pavola è nata in agosto, le ciliegie si raccolgono in maggio, quindi quel giorno aveva circa due anni e per lei maggio è ancora il mese del vino e delle rose. 


Il racconto è frutto di fantasia. Eventuali somiglianze a fatti realmente accaduti sono puramente casuali.

domenica 14 febbraio 2010

L' AMORE A MANO APERTA

IO NON TI DO IL MIO AMORE

Io non ti dò il mio amore come fanno
le altre ragazze, in uno scrigno freddo
d’argento e perle, né ricco di gemme
rosse e turchesi, chiuso, senza chiave;
né in un nodo, e nemmeno in un anello
lavorato alla moda, con la scritta
‘semper fidelis’, dove si nasconde
un’ insidia che ottenebra il cervello.
L’Amore a mano aperta, questo solo,
senza diademi, chiaro, inoffensivo:
come se ti portassi in un cappello
primule smosse, o mele nella gonna,
e ti chiamassi al modo dei bambini:
“Guarda che cos’ho qui! – Tutto per te”

EDNA ST. VINCENT MILLAY

giovedì 11 febbraio 2010

PEOPLE

KATIUSCIA



Talmente scema, che diventava adorabile.
Katiuscia non era il suo nome, se lo era scelto perchè era il nome di una mitragliatrice e di una protagonista dei fotoromanzi Lancio ( esistono ancora).
Eravamo compagne di scuola negli anni settanta.
Si dava arie di vita vissuta allo sbando, ma era più scema e ignorante di me.
A chi la importunava lei replicava: " sei ignorante come un camion di carabinieri ".
Le piaceva ballare, le piacevano i ragazzi.
Ballava e baciava.
Le dicevano: " sei una zoccola " .
Lei rispondeva: " mi piacciono le zaccole " ( non sapeva cosa era una zoccola, credeva fossero le anatre, che venivano chiamate in dialetto romagnolo zaccole).
Le piacevano quelli fuori dalle regole e si dava arie di vita vissuta allo sbando, per essere accettata da loro.
" Vieni fuori con me a provare dell' LSD " lei magari sarebbe andata, se non l' avessero fermata eeeee pensare che non sapeva neanche cosa fosse uno spinello.
" Non stare vicino a quella ragazza, ha lo scolo " ,
e Katiuscia impertinente rispondeva: " e allora che sarà mai " .
" tu non lo sai cos' è lo scolo " ,
" io lo so ,"
" dillo ",
" beh lo scolo è un rivolo d' acqua ".
Che risate si fecero .
Tu, Katiuscia te ne sei andata impettita ed offesa.
Ora che ci penso non ricordo il tuo vero nome, ma spero che ovunque tu sia la vita ti abbia lasciato un po' del tuo candore.


Il racconto è frutto di fantasia. Eventuali somiglianze a fatti realmente accaduti sono puramente casuali.



martedì 9 febbraio 2010

PEOPLE

ANNA 

Capelli neri, lunghi e setosi, occhi grandi come quelli di un cerbiatto e coraggiosa. 
Aveva perso la madre in tenera età. 
Viveva sola col padre. 
Amava i fumetti, durante le lunghe ore di italiano, innalzava sul suo banco l'atlante geografico, dietro a cui si nascondeva alla vista della Prof, a leggere le sue amate avventure. 
Un giorno, non fu lesta a nascondere il giornalino e fu scoperta. 
La Prof le sequestrò l' abominevole lettura e si avviò verso il cestino per stracciarla. Anna si alzò in piedi e disse: -Lei non può romperlo, perché io l'ho comprato con i miei soldi, è mio non suo.- 
La prof paonazza, si fermò e mise il fumetto nel cassetto della cattedra. 
Anna si diresse, mentre la classe ammutoliva, con passo fermo alla cattedra, aprì con impeto il cassetto, prese il suo fumetto e guardando negli occhi la Prof, le si rivolse in tono calmo: -Lei non può sequestrare un mio oggetto, ora io lo prendo e le assicuro che non lo leggerò durante le ore di lezione.- Inspiegabilmente la Prof sempre pronta ad inviarti alla segreteria del preside o a metterti una nota, rimase senza parole e fremente di rabbia repressa ammutolì. Noi ragazzi aspettavamo la tempesta a scoppio ritardato... ma la cosa finì lì. Anna oggi è una stilista nota ed affermata, costumista di talento, ma ha affrontato scogli persi, scogli insormontabili, scogli superati e scogli vinti. 
Anna la coraggiosa. 



Il racconto è frutto di fantasia. Eventuali somiglianze a fatti realmente accaduti sono puramente casuali.

domenica 7 febbraio 2010

PEOPLE

BILLY BUD 
Anna ed io eravamo compagne di scuola, risparmiavamo i soldi della merenda per comprarci libri e fumetti. 
Avevamo un patto, dividevamo le spese a metà, lei leggeva per prima poi leggevo io, quindi se era un fumetto lo conservava Anna, se era un libro lo tenevo io. 
Il patto funzionò benissimo sino all'incontro con Billy Bud. Lo incontrammo alla solita libreria, dovevamo comprare Messalina un fumetto più erotico che storico, ma quella mattina c'era in libreria un romanzo di Melville, con la copertina bianca e vistose bande verde pisello ad incorniciare il titolo e la foto del ragazzo più bello che avessimo mai visto, talmente affascinante che ce ne innamorammo all'istante. Dimenticato il fumetto di Messalina, cacciammo fuori tutti i soldi che avevamo, andando in prestito anche da Katiuscia, un'altra nostra amica, e lo comprammo. 
Ma qui sorse l'inghippo, Anna disse che questa volta l' avrei letto io per prima, ma poi lei avrebbe tenuto il romanzo, in cambio mi dava ben dieci fumetti. 
Io non sentivo ragioni, il libro l'avrei tenuto io, ma guarda che pretese, lei aveva sempre tenuto i fumetti, che voleva ora, a me non importava leggere per prima, mi importava tenere il libro. 
 Anna disse allora che lei si sarebbe accontentata solo della foto di Billy Bud, ma a me non piacevano i libri "rotti". 
Dai e dai cominciammo a spintonarci , una tirava il libro, l'altra tirava, la copertina si ruppe, soprattutto si ruppe la foto di Billy Bud. 
A quel punto Anna strappò del tutto la foto e la fece a pezzettini, disse... tienilo pure ora a me non interessa più. 
 La bellezza della foto di Billy Bud era innegabile (Anna ed io associavamo le immagini della copertina al romanzo, per noi la copertina rispettava il contenuto) e quando lessi il romanzo rimasi con un sapore acerbo, acre perché col mio egoismo, con il mio volermi tenere tutto ero stata la causa della morte anche dell'immagine di Billy Bud... perché come tutti sanno la morte dell'affascinante marinaio di venti anni fu ingiusta che più ingiusta non si può. Ancora oggi ho quel piccolo volume dalla copertina un po' stracciata con in mezzo una finestra aperta dove un tempo ormai lontano c'era la foto di Billy Bud. 


Il racconto è frutto di fantasia. Eventuali somiglianze a fatti realmente accaduti sono puramente casuali.

venerdì 5 febbraio 2010

IO HO FIDUCIA NEI GIOVANI

"Bamboccioni non si nasce, si diventa. Soprattutto in Romagna, dove l'imperante matriarcato pone sotto la protezione dell' azdora (la donna romagnola) non solo il marito, ma anche i figli:"non vi scomodate, faccio tutto io", "inutile che ti allacci le scarpe o che ti tagli la bistecca, meglio se ci penso io". Il primo si salva con il caffè e con la caccia, i secondi si adagiano nel bamboccismo" 
Parto da questo incipit, che fa parte di una serie di articoli contro i "bamboccioni" apparsi sull'allegato mensile del quotidiano La Voce di Romagna:"Le Ragioni dell'Occidente" per sviscerare la mia indignazione verso la mancanza di dignità che usiamo ai nostri giovani. 
Se chiamo stupido il mio amico, terrone il meridionale, bamboccioni i nostri giovani, non ho rispetto per loro e sicuramente non li amo. 
Trovo che i tempi veloci e trasformisti di oggi abbiano stravolto il modo di vivere non solo dei giovani, ma di tutti. 
Trovo assurdo che si guardi ad altri modi di vivere adducendo che inglesi ed americani i loro giovani li buttano fuori casa presto... perché cosa hanno ottenuto più dei nostri giovani, hanno forse meno angosce e meno problemi? 
Trovo che una Nazione che offenda la sua forza del domani sia bislacca ed ingiusta verso di loro. 
Ehi, dico, la vogliamo finire... bamboccione è un modo di essere, che non è solo dei giovani, la sua percentuale è presente variamente in tutti settori e in tutte le età. 
In Romagna si dice:"l'ora de quajun (coglione, ovvero una specie di bamboccione) capita a tutti, sono certa che come è capitata tante volte a me, è sicuramente capitata anche a chi ha coniato tale termine per i giovani.

mercoledì 3 febbraio 2010

CERVELLI IN VASCA

Hilary Putnam uno dei più importanti filosofi statunitensi della generazione successiva a Quine, nasce a Chicago il 31 luglio 1926 da famiglia ebraica. Nel celebre saggio "Cervelli in una vasca" egli immagina uno scienziato pazzo che estrae un cervello umano dal corpo, lo pone in una vasca piena di liquido nutriente e lo connette a un computer appositamente programmato per simulare la vita del corpo. Il cervello continua a vivere nell'illusione di avere un corpo, di compiere esperienze, mentre in realtà tutto questo non è che l'illusione dettata dal computer dello scienziato. Non si tratta in fondo che della rivisitazione contemporanea del genio ingannatore che campeggia nelle "Meditazioni metafisiche" di Cartesio (e che trova una brillante trasposizione cinematografica nel film "Matrix", del 1999). Chi ci garantisce non solo l'esistenza della realtà esterna, ma della nostra stessa esistenza? Noi siamo ciò che crediamo di essere? Come possiamo essere certi di non essere cervelli in una vasca, manipolati da un qualche scienziato geniale e demente?
Putman ci dimostra che noi NON SIAMO CERVELLI IN UNA VASCA,
pur non condividendo il realismo metafisico non contraddice quello del senso comune e della scienza: esso non ci porta a dubitare dell'esistenza della realtà esterna, anche se la sua immagine nella conoscenza è costituita dalla collaborazione fra gli enti e il mondo stesso. Resta infatti aperta la possibilità che descrizioni differenti della realtà siano compatibili: com'è possibile conferire forme diverse alla stessa materia e nessuno direbbe che si tratta di materie diverse, così si può descrivere la realtà come composta da tavoli, sedie e cubetti di ghiaccio oppure da atomi tenendo fermo che si tratta pur sempre delle stesse cose, anche se le due versioni del mondo, pur strettamente correlate, sono irriducibili l'una all'altra. È dunque possibile essere allo stesso tempo sia realisti sia relativisti concettuali.In Matrix l' uscita dalla vasca scopre l' inganno, Putman ci dice che lo scetticismo va bene in metafisica, ma nella vita reale, dopo una grossa nevicata se voglio uscire con l' auto dal garage devo spalare la neve con le braccia ed il badile. Chi genera confusione volutamente cercando di allocare il relativismo anche nel reale stia attento in quanto se la nave affonda, affondiamo tutti.
Putnam dice che solo un realista metafisico avrebbe l'atroce dubbio scettico, di essere un cervello nella vasca. Un realista interno non si porrebbe semplicemente il problema: esistono tanti mondi quante descrizioni, e un mondo non descrivibile semplicemente si dissolve.
Pensiero relativo e realtà realista, per prendere una decisione lo scetticismo va momentaneamente accantonato. Che ne pensate voi?

lunedì 1 febbraio 2010

L' ANATRA FEMMINA RISOLVE UN PROBLEMA GEOMETRICO

I maschi delle anatre sono dotati di " pene" allungabile e retrattile. Lo tengono nascosto all' interno del loro corpo, per poi all' occorrenza allungarlo sino a quaranta, dico 40 centimetri. Con maschi del genere le femmine devono stare attente anche solo ad avvicinarsi . Ma la natura ha provveduto, alcuni biologi dell' Università di Yale, hanno scoperto che le anatre femmine hanno un sistema antimaschio. Se i "peni" delle anatre maschio sono costruiti come dei cavatappi che ruotano in senso antiorario, la "vagina" delle anatre è a spirale e ruota in senso orario, quindi geometricamente incompatibili.
Allora perchè le anatre non si sono estinte?
Perchè quando l' anatra femmina è conseziente, la "vagina" assume una posizione ricettiva, divenendo geometricamente compatibile al maschio.