martedì 16 gennaio 2018

Galla Placidia e il graal: sesta puntata

Ezio veniva dalla Dacia, e aveva sposato una donna romana. Aveva passato parecchi anni come ostaggio degli Unni, e Attila era per lui come un fratello, dato che erano cresciuti insieme. Prima di essere ostaggio degli Unni lo era stato dei Visigoti di Alarico, sequestrato nel sacco di Roma (410) assieme a Galla Placidia.
E chissà le cronache non lo dicono, scritti non ce ne sono, ma fra i due ragazzi, può esserci stato l’amore.
Più tardi Galla Placidia, quando fu reggente dell’Impero, volle Ezio come suo generale.
Sarebbero stati una bella coppia, la bella, intelligente e imprevedibile imperatrice e l’eroico generale Ezio.
Ezio accumulò un potere che nemmeno Stilicone aveva mai avuto, e un giorno, lo sapeva, avrebbe raggiunto il trono.
Non era certo l’imperatore Valentiniano III a fargli paura, il cui unico pregio era l’essere figlio di Galla Placidia.
Ezio controllava la Gallia del nord coi suoi guerrieri; si sentiva Unno lui stesso, parlava la loro lingua alla perfezione e da loro aveva imparato a cavalcare, a tirare d’arco e le tecniche militari tipiche dei cavalieri della steppa.
Fu sempre fautore dell’alleanza romana coi barbari.
Sembra che in ogni battaglia vedesse un duello, una sfida cavalleresca, addirittura un giudizio divino.
Era un antesignano della figura del cavaliere. Nei libri di storia è ricordato per la battaglia dei Campi Catalaunici (451) vicino a Troyes dove sconfisse Attila. In un modo o nell’altro l’Impero tenne fino al 454, sino a quando Valentiniano uccise Ezio.
Il baluardo dell’Impero fu ucciso da un imbelle rammollito come Valentiniano III, il quale fu poi eliminato l’anno successivo dai guerrieri di Ezio.
A Ravenna, l’agonia e la fine dell’Impero Romano ma anche l’inizio del Medioevo con le gesta ricordate nelle saghe dei Nibelunghi (di cui fanno parte anche Teoderico e Attila) e di Artù e i cavalieri della tavola rotonda. Chrétien de Troyes scrittore e poeta francese medievale, ideatore del ciclo bretone, può essersi ispirato alla battaglia avvenuta tanti anni prima nella sua città natia.
Gli anni passavano; Galla Placidia fondava chiese ( San Giovanni Evangelista, Mausoleo, Santa Croce).
Si interessava sempre più di religione, mollando man mano gli impegni di governo.
L’occidente era andato, anche l’Africa, dove erano arrivati i Vandali, era perduta.
A Valentiniano III, descritto come ubriacone, restava l’Italia con Roma.
Galla Placidia si rifugiava nel mondo della trascendenza, si era legata a doppio filo col vescovo di Ravenna, Pietro Crisologo il vescovo dalle “parole d’oro”. Pietro cercava la pace religiosa dopo i numerosi dissidi e lotte. Barbari e Romani erano cristiani ma con vedute diverse sulla divinità di Cristo. Ciò, sarà una delle cause che porterà  alla guerra gotica e ai secoli bui dell'Alto Medioevo.
Forse Galla Placidia sta  pensando a un nuovo graal?
Perora e prova a costruire l’unione fra Barbari e Romani?  
Sicuramente aveva aperto gli occhi sull’incapacità del figlio, ma ora anche la figlia le Onoria le causava grattacapi.

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