Si svegliò la mattina dopo,
indolenzita, intontita e inebetita, i farmaci che le avevano dato,
non facevano altro che rallentare al massimo tutte le funzioni del
suo corpo e niente altro. Il lenzuolo del letto era pieno di macchie
rosse, del suo sangue, si guardò le gambe erano piene di
escoriazioni, alle caviglie dei grossi segni erano impressi nella
carne, sembravano delle manette, questo era il risultato del TSO.
Marla si avviò al bagno, che strano non c’erano porte, si accorse
inoltre che il reparto era misto, uomini e donne, addirittura nella
stessa stanza! Non fece in tempo a pensare questo, che nel bagno
incontrò, un uomo col suo pisello fuori che orinava, fece dietro
front immediatamente e trovò un altro bagno. Marla ormai più che
spaventata era sbigottita da ciò che vedeva. Finalmente fece la
pipì, sgomenta si accorse che perdeva gocce di sangue, si guardò
allo specchio, il volto era tumefatto e devastato da un herpes. Il
medicinale che aveva preso le aveva causato tutto ciò, era stato
come per un alcolizzato, al quale, dopo la sua disintossicazione,
basta un bicchiere di vino per ubriacarsi, a lei era bastata una
capsula di Litio per ottenere il macello del suo corpo. Andò in
infermeria, le diedero un tubo di pomata, Marla a casa usava il
Flubason, in bustine, un unguento assai efficace contro le dermatiti,
che le faceva effetto quasi subito, e le toglieva quella deturpazione
rossastra, che diventava poi come farina, dal suo volto. In
infermeria le diedero anche i medicinali del mattino, che doveva
ingurgitare tassativamente davanti all’infermiere, questa volta
Marla fu lesta, fece finta di inghiottire la capsula, invece la tenne
sotto la lingua e al momento opportuno la sputò via. Le forze le
stavano ritornando, ma lei fingeva col personale ospedaliero di
essere imbambolata, non voleva che si insospettissero, su quello che
aveva deciso di fare coi farmaci che le davano, cioè sputarli,
sputarli, in faccia, ai parenti, all’assessora, a tutti. Marla fece
presto amicizia coi suoi compagni di viaggio, paradossalmente, i
degenti li trovava dei genialoidi, certo
non dei normali,
ma delle menti sopraffine ognuno con delle capacità proprie e solo
sue, persone uniche, forse era per questo che erano qui dentro con
lei, non facevano parte del gregge delle pecore, loro erano delle
capre … e perciò diventavano dei capri espiatori.
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