Dunque l’oca
rappresenta la Terra stessa, un po’ come ci dimostrano gli egizi che,
ancor prima di romani e greci, avevano incarnato in questo volatile l’origine
di ogni cosa: la teoria cosmogonica dell’uovo primordiale, propria di molte
culture dell’antichità, in Egitto riconduceva a un uovo di oca dal quale nacque il dio Ra, il Sole, colui che dà
energia e vita al mondo. Al museo egizio del Cairo ritroviamo con ogni
probabilità è il dipinto più antico
della storia dell’uomo, datato approssimativamente a circa 4600 anni fa,
“le Oche di Meidum”. Raffigura sei oche “divise” specularmente in due gruppi
di tre e secondo l’interpretazione più accreditata è un’opera dell’Antico Regno
che va a indicare la divisione tra Alto
e Basso Egitto, tant’è che non si troveranno più immagini di oca su
tombe e templi di epoca successiva. L’originale è al Cairo, una copia la si può
trovare al British Museum. Questo dipinto affascinante anche solo per la
leggiadria delle forme e dei colori, ci fa pensare all’incredibile sua
sopravvivenza, non so se le nostre opere pur contando su tanta tecnologia
resisteranno così a lungo. Le oche in Egitto si ritrovano solo nell’ Antico
Regno, poi scompaiono. Il mito di nascita del mondo da parte degli egiziani
narra della deposizione di un uovo in acqua da parte di un’oca. Poi “ucciso” il
matriarcato, fatta sparire l’oca, preso il comando l’uomo… vi dice nulla che si
chiamasse faraone? Un altro animale da cortile, che però non va in acqua.
L’acqua rimane sempre sinonimo di pericolo è il regno della Dea.
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