lunedì 29 giugno 2015

IL PROFESSORE quinta puntata


Tutto ciò accade perché abbiamo pregiudizi ed aspettative.
Ogni volta che non  prestiamo attenzione ecco che dentro di noi la struttura prende corpo.   
La struttura delle  nostre convinzioni mentali, delle  nostre credenze, il labirinto dei  nostri giudizi e pregiudizi, ed ecco che abbiamo risolto facilmente l’enigma con una nostra aspettativa.
Un’aspettativa è farsi un’immagine di come una cosa sarà.
Non è sbagliato ciò.
Il tragico è che le aspettative si assomigliano quasi tutte, e da aspettativa si passa a preaspettativa.
Questo gioco delle aspettative faceva assai comodo a Franco.
Dopo l’iniziale sgomento del primo sfregio, dopo l’insorgente paura di essere scoperto, se ne stava  tranquillo .
Con la stessa meticolosa attenzione messa nell’insegnamento, continuava con quello che considerava un lavoro per mettere in riga gli scalcinati automobilisti. 
Scalcinati perché erano mediocri e male in arnese.
Parcheggiavano senza neanche preoccuparsi del posto riservato ai disabili, sorpassavano contromano, non rispettavano il limite di velocità, passavano col rosso e pure inquinavano … in bicicletta dovevano andare.
Franco era convinto che un bel po’ di quelli li aveva messi in riga, quante auto aveva rigato?
Erano già due anni che esercitava il “mestiere”, forse un cinquemila auto.
“Ma guarda un po’, quella Mini Minor ha parcheggiato sulle  strisce pedonali ed anche contromano”.
Franco attraversò viale Farini,  su un lato vi era il Liceo Classico intitolato a Dante Alighieri, era l’istituto dove aveva insegnato lui.
Franco tirò fuori il coltellino e fece il suo lavoro.
Alzò gli occhi e la vide.


immagine di Teoderica

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