lunedì 24 agosto 2015

IO E TEA seconda puntata

Una volta Tea mi chiese se  potevo prestarle i miei stivali bianchi,  per la prima volta aveva chiesto un prestito, si vede che quegli stivali le piacevano proprio molto, a me avevano già stancato, ma non  glieli prestai neanche una volta, proprio perché lei li desiderava tanto… ed ero sua amica.
Tea non continuò gli studi, era brava, molto brava, era speciale Tea, bella, brava e  buona, andò a lavorare, in famiglia occorrevano soldi, la persi di vista.
Io andai al liceo classico, lo avrebbe meritato di più Tea che amava il latino ed era innamorata di Achille, dei greci, io continuai gli studi per la mia famiglia, ci teneva tanto  che io l’unica figlia, diventassi un medico. 
Infatti oggi sono un medico, sposata ad un medico, stimata e rispettata da tutti.
Sono pure molto chic, certo non ho la bellezza un po’ volgarotta  della Tea di un tempo, io ho una bellezza elegante, di classe, capelli lisci color miele, snella, porto pantaloni chiari e camicetta  leggera con mocassini in tinta al lavoro, di pomeriggio o di sera sempre dei tubini dal taglio perfetto, colori scuri d’inverno, chiari d’estate… e scarpe rigorosamente Louboutin, inoltre sempre  e solo un gioiello…est modus in rebus ( c’è una misura nelle cose).
Tea, dopo il primo anno di liceo, lasciò la scuola per lavorare in un supermercato, non la vidi più. Sapevo che aveva iniziato a frequentare brutte compagnie, ragazzi e ragazze più dediti  alla droga e allo  spaccio che altro.  
A diciott’anni se ne andò con una specie di  hippie con la chitarra, in giro per il mondo, poi non seppi più nulla.  
Quante volte si può tradire?
Cinque  anni fa sotto ai portici, a Bologna, velocemente camminavo per prendere il treno e tornare a Ravenna, quando notai , una figura aggraziata che suonava un flauto e chiedeva l’elemosina, era Tea e nonostante gli stracci era bellissima, la odiai.
Le tirai un Euro nel cappellino ai suoi piedi e feci finta di non riconoscerla, ai miei occhi esperti di  medico la riconobbi come intossicata da  droghe e da alcol, ma la odiai perché nonostante tutto era bella e dignitosa più chic di me.

E all’improvviso le note di De André, le note del Pescatore mi rimbombarono nella testa, ma nonostante ciò tirai dritto.



immagine di Teoderica

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