martedì 31 agosto 2010

AVREMMO VOLUTO SCAPPARE CON LE NOSTRE SQUAWS E PAPOOSES

Sulle Black Hills, le colline sacre degli indiani del Sud Dakota, si sta scolpendo un’ enorme statua per Cavallo Pazzo

Sulle Black Hills, le colline sacre degli indiani del Sud Dakota, si sta scolpendo un’ enorme statua per Cavallo Pazzo.

La Fondazione si finanzia con i contributi dei turisti che ogni anno accorrono per vedere i lavori. I turisti rimangono a bocca aperta ogni volta che una grossa carica di dinamite fa saltare tonnellate di granito. Dalla roccia sono emersi un volto, i lunghi capelli ed un braccio proteso. Per fare ciò c’è voluto mezzo secolo e ce ne vorrà un altro mezzo per completare l’ opera.

Lo scultore iniziale Korczak Ziolkowski è morto anni fa, la moglie ed i dieci figli ne continuano l’ opera. Essi non intendono accettare contributi dai governi federali, non vogliono coinvolgimenti ufficiali.

Il 25 giugno 1876 Custer ed il Settimo Cavalleggeri furono annientati in un’ imboscata capeggiata da Cavallo Pazzo. Nei mesi successivi i bianchi si vendicarono spietatamente. Cavallo Pazzo fu imprigionato ed ucciso , una guardia gli infilò una baionetta nella schiena .

Le ultime parole di Cavallo Pazzo”... ci hanno accusato di avere massacrato Capelli Lunghi ( Custer), ma se non lo avessimo fatto, lui avrebbe massacrato noi. Avremmo voluto scappare con le nostre squaws e papooses, ma non ne avemmo il tempo. Così fummo costretti a combattere. Quando ci arrendemmo, volevamo vivere in pace. Ma il governo non ce lo permise… Chiesi di parlare con il Grande Capo Bianco. Niente da fare. Cercai di scappare. Un soldato mi ferì con la sua baionetta. Così ho detto.”

domenica 29 agosto 2010

LA MIA ANIMA E' IL MONDO


Come l’albero non finisce con le punte delle sue radici o dei suoi rami, e l’uccello non finisce con le sue piume e col suo volo, e la Terra non finisce con i suoi monti più alti: così anch’io non finisco con le mie braccia, i miei piedi, la mia pelle, ma mi espando di continuo con la mia voce e il mio pensiero, oltre ogni spazio e ogni tempo, perché la mia anima è il mondo.

(Poesia di Norman H. Russel, Cherokee)

venerdì 27 agosto 2010

DOBBIAMO IMPARARE CHE NON POSSIAMO SEMPRE PRENDERE


Quando togliamo qualcosa alla Terra, dobbiamo anche restituirle qualcosa. La ricerca di petrolio, carbone e di uranio ha già arrecato grossi danni alla Terra, ma questi danni possono essere ancora riparati, se lo vogliamo. Con l’estrazione delle ricchezze dal sottosuolo, le piante vengono abbattute. Sarebbe cosa giusta e ragionevole offrire alla terra semi e germogli, e con questo sostituire di nuovo quello che abbiamo distrutto. Dobbiamo imparare che non possiamo sempre prendere, senza dare qualcosa in cambio. E dobbiamo dare a nostra Madre, la Terra, sempre, tanto quanto le abbiamo tolto.

(Jimmie C. Begay, Navajo)

mercoledì 25 agosto 2010

YEHA NOHA

YEHA NOHA
Canto tradizionale Navajo
auspicava felicità e prosperità. Cantata dai guerrieri Navajo per purificarsi dall'aver avuto contatti con i fantasmi.
I veterani Navajo delle Forze Armate USA eseguivano questa cerimonia per purificarsi al loro ritorno.


A U D I O

AH-UH NAYAH OH-WA OH-WA
SHON-DAY OH-WA OH-WA SC-DAY OH-WA OH-WA
SHON-DAY CAN-NON NON NOHA (NOHA) SC-CAN-DÍA NO NO NOHA (NOHA)
AH-UH NAYAH OH-WA OH-WA AH-UH NAYAH OH-WA OH-WA
SHON-DAY OH-WA OH-WA SC-DAY OH-WA OH-WA
SHON-DAY YEHA-NOHA (NOHA) SC-DAY YEHA-NOHA (NOHA)
AH-UH NAYAY TOR-SHNA NENA-NAY-YAYAH AH-UH
NAYAY TOR-SHNA NENA-NAY-YAYAH
NENA-NAY-YAY YEHA-NOHA (NOHA) NENA-NAY-YAY YEHA-NOHA (NOHA)
AH-UH NAYAY TOR-SHNA NENA-NAY-YAYAH AH-UH NAYAY TOR-SHNA
NENA-NAY-YAYAH
YEHA-NOHA (NOHA) YEHA-NOHA (NOHA)
NEE-YOH-WAH NEE-YOH NEE-YOH-WAH NEE-YOH
NEE-YOH-WAH NEE-YOH NEE-YOH-WAH NEE-YOH
AH-UH NAYAH OH-WA OH-WA AH-UH NAYAH OH-WA OH-WA
SHON-DAY OH-WA OH-WA SC-DAY OH-WA OH-WA
SHON-DAY CAN-NON NON NOHA (NOHA) SC-CAN-DÍA NO NO NOHA (NOHA)
AH-UH NAYAH OH-WA OH-WA AH-UH NAYAH OH-WA OH-WA
SHON-DAY OH-WA OH-WA SC-DAY OH-WA OH-WA
SHON-DAY YEHA-NOHA (NOHA) SC-DAY YEHA-NOHA (NOHA)
AH-UH NAYAY TOR-SHNA NENA-NAY-YAYAH AH-UH NAYAY TOR-SHNA
NENA-NAY-YAYAH
NENA-NAY-YAY YEHA-NOHA (NOHA) NENA-NAY-YAY YEHA-NOHA (NOHA)
AH-UH NAYAY TOR-SHNA NENA-NAY-YAYAH AH-UH NAYAY TOR-SHNA
NENA-NAY-YAYAH
YEHA-NOHA (NOHA) YEHA-NOHA (NOHA)

domenica 22 agosto 2010

PEOPLE
















CHISCIOTTA 

Non stavi bene. Te ne eri accorta anche tu. Non ti piacevano più i libri. Tu, che quando avevi vent' anni, volevi essere in pensione, anziana, per stare tutto il tempo a leggere. Non stavi bene. Ti hanno mandato a casa il medico amico. Ti sei fidata. Lui ti ha tradito, non ha mantenuto il segreto. Volevi andare sola al colloquio. Non te lo hanno permesso. Ti sei trovata chiusa in gabbia, con le ali tarpate. Tu che ami la libertà. Non ti hanno lasciato andare sola al colloquio. Ti volevano accompagnare. Tu ti sentivi sola, di nessuno ti fidavi. Volevi andare sola al colloquio. Non te lo hanno permesso. Ti sei messa a girare in mezzo alla strada, fra camion ed auto in corsa. Indifferente. Lasciatemi la facoltà di decidere, altrimenti meglio non vivere. E' arrivata l' ambulanza. Docile sei salita. Indifferente. Il medico ti ha guardato con occhi irridenti ( ti hanno poi spiegato che è una tattica psicologica), e ti ha detto: - guarda che ti teniamo qua-. Tu hai risposto:- non me ne importa niente, datemi un libro e sono a posto-. Ti hanno rimandato a casa. La tua avventura è durata solo qualche ora dolorosa. Hai fatto l' esatto opposto di Don Chisciotte, senza libri sei diventata pazza, coi libri sei rinsavita. 



Il racconto è frutto di fantasia. Eventuali somiglianze a fatti realmente accaduti sono puramente casuali.

venerdì 20 agosto 2010

SCRITTO DI GAETANO BARBELLA




COLPITO DA UN FULMINE
A 13 ANNI VENERDÌ 13 ALLE 13:30
Di Gaetano Barbella



Vi siete mai chiesti perché da molte parti del mondo il giorno Venerdì 13 è considerato
sfortunato? Non è soltanto una superstizione americana, ma anche altre nazioni e culture
attribuiscono a questo numero sinonimo di mala sorte.
Già nel 700 A.C. c’era la credenza che seminare nel giorno 13 potesse rendere il raccolto
poco proficuo.
Nell’ultima cena di Gesù i commensali erano 13, e come se non bastasse Gesù morì di
Venerdi.
Anche in alcune religioni dell’Asia il numero 13 è considerato iettatore, infatti si crede che
esistono 13 spettri nel focolare domestico di cui uno in particolare (il tredicesimo) è
portatore di morte, malattie e qualsiasi sorta di disperazione.
Ma può un giorno del calendario portare sfortuna? E sopratutto, come fa materialmente a
portarla? Oppure è soltanto frutto della nostra autosuggestione
far si che in questo
particolare giorno accadano fatti strani e inspiegabili? In Gran Bretagna, hanno eseguito
uno studio su questo giorno, ed hanno scoperto che incredibilmente le denunce di
incidenti, e fatti strani al comando di polizia aumentano incredibilmente del 15% rispetto
agli altri giorni per cosi dire “normali”.1
Eppure sentite questa notizia di cronaca riportata dal blog “Notizie Pazze. Le notizie più
assurde della rete”2:
17/08/2010 Colpito
da un fulmine a 13 anni venerdì 13 alle 13:30
Che venerdì 13 fosse considerato da molte culture alla stregua del nefasto venerdì 17 è
ahimé noto.
1 http://www.drsplatter.com/?p=34&cpage=1#comment960
2 http://notiziepazze.myblog.it/archive/2010/08/17/colpitodaunfulminea13annivenerdi13alle1330.
html
E, puntualmente, anno dopo anno, in qualche remoto angolo della
terra la sfiga si abbatte inesorabile su qualche povero sventurato. La
scorsa settimana è toccato a un ragazzino di 13 anni, colpito da un
fulmine mentre si trovava al Lowestoft Seafront Air Festival3
nientemeno che alle 13:30 di venerdì 13 agosto 2010. Il Daily Mail4
incalza: “Altre due persone sono state raggiunte da un fulmine” ma
ora stanno tutti bene.
Certo che, preveggenza a parte, una parata di ombrelli aperti sotto un
nuvoloso e piovigginoso cielo inglese non poteva che preannunciare
una qualche tragica contingenza...
Commento
Certo, può essere anche prudente munirsi di ombrelli quando piove,
tuttavia i fulmini sono imprevedibili e sono capaci di deviare il loro
percorso e scansare l'“ombrello” della persona designata dal un destino avverso. Si è
capito che sto esprimendo la mia opinione e nell'occasione mi è venuto di fare questo
commento:
Ma non è stato considerata fino in fondo la precisione dell'evento in relazione al numero
fatidico 13. Perché anche l'anno 2010 porta al 13 eludendo gli zeri, che non contano, e poi
invertendo le cifre. È come guardare allo specchio il 2010.
Attenti, per curiosità, a quelli di 21 anni di giovedì ottobre prossimo, alle ore 21 e in
meravigliosa giornata di sole!
I giovedì sono fausti al contrario dei venerdì...
Gaetano Barbella
Poche ore dopo aver postato il commento suddetto mi è venuto di indagare sui due
numeri, il 13 e il 21, attraverso l'interpretazione che vi si riferiscono le carte degli Arcani
maggiori dei Tarocchi. Nulla che possa ritenersi fondato, oro colato, tuttavia la curiosità è
ladra...
È venuto fuori, prima di tutto, la conferma sulla cattiva nomea del numero 13 poiché
rappresenta la peggior cosa, la Morte. E poi emerge radioso come un sole nascente tutto
ciò che è legato al numero 21 che rappresenta il Mondo, la più bella carta dei tarocchi. Ed
ecco di seguito ogni cosa sulle due carte dei tarocchi, la XIII e la XXI:
L'Arcano n. 13, La Morte
L'arcano n. 13 rappresenta la Morte, premessa necessaria alla rinascita.
Superato, infatti, lo stato profano, il passaggio iniziatico, la prova
trasformatrice, si rivivrà e meglio, immersi in una nuova condizione di
sacralità. Rispetto alla raffigurazione tradizionale, qui lo scheletro ha le
ossa tinte di rosa carnicino, colore rappresentativo di tutto ciò che è
umano, e impugna la falce con la mano sinistra in modo da disegnare
con essa la lettera mem dell' alfabeto ebraico.
La falce dal manico giallo, colore della terra, ovvero della materia, ha
lasciato al suolo un piede, una mano e una testa che sembrano, però,
non aver perso vitalità ed espressione, quasi a indicare che niente muore del tutto e che
3 http://www.lowestoftairfestival.co.uk/
4 http://www.dailymail.co.uk/news/article1302883/
Lightningstrikesboy131313Friday13th.
html
ciò che sembrava perduto si è solo trasformato e continuerà. Di ciò che l'uomo ha fatto,
pensato, sognato, delle sue idee (testa) e delle sue azioni (mani e piedi) permane,
dunque, una traccia anche molto dopo che la Morte ne abbia trasformato il corpo materiale
in polvere.
La carta illustrata in questo testo, contrariamente alla maggioranza dei mazzi, riporta nella
didascalia il nome dell'arcano che, normalmente non compare oppure compare come 'IL
TREDICI', si preferisce, infatti, lasciare la spazio in bianco, per esorcizzarne l'oscura
pericolosità, il tabù legato alla morte, evitando perfino di nominarla o chiamandola
diplomaticamente l'innominabile.5
L'Arcano n. 21, Il Mondo
All'interno di una ghirlanda di foglie intrecciate, la dea della vita, velata di
rosso sembra impegnata nella corsa o nella danza. E invece rimane
immobile al centro, come un fuoco eterno e fiammeggiante nella sua
fissità, simbolo dell'attività, della giovinezza, della vita stessa. Molteplici,
del resto, sono i simboli che sembrano convergere in questa direzione,
assimilando la fanciulla del XXI Arcano all'antica divinità femminile della
terra e della fecondità, …
Il Mondo Favorevole
Il Mondo diritto spartisce insieme al Sole il titolo di miglior Arcano del mazzo. Non per
nulla, in analogia con il simbolismo del segno del Toro, stabile e lento, cui corrisponde,
assicura un'evoluzione lenta, ma costante, nella direzione del compimento totale.
Qualunque sia il campo d'azione cui si riferisce, amore, lavoro, denaro o salute, il
successo sarà completo e duraturo, la vittoria sugli ostacoli addirittura schiacciante, l'esito
del tutto favorevole e quasi miracolo...
Il Mondo Sfavorevole
Più che a un completo capovolgimento del senso, come avviene spesso quando l'arcano
compare capovolto, si assiste qui a un'attenuazione, a una limitazione della pienezza. Gli
eventi, per quanto prossimi alla realizzazione, non sono ancora realmente conclusi, forse
proprio a causa delle paure del consultante stesso, refrattario alle innovazioni e ai
cambiamenti? Il successo, certo ma non immediato, risente dell'influenza di ostacoli
esterni d'ordine ambientale, superabili...6
5 http://www.tarocchiantichi.com/significatocarta/
lamorte/
lamorte+
i14.htm
6 http://www.tarocchiantichi.com/significatocarta/
lamorte/
lamorte+
i14.htm

martedì 17 agosto 2010

ANDAR PER STELLE

L' Orsa maggiore è la più facile da osservare, alle nostre latitudini è sempre presente sopra l' orizzonte, per identificarla basta guardare al Nord, il termine "Settentrione" deriva dal latino " Septem Triones" che significa i sette buoi, ed infatti la costellazione è formata da sette stelle. E' chiamata anche il Grande Carro, l' Aratro, il Ramaiolo, la Bara, essendo una costellazione molto evidente serve per trovare l' altra costellazione simile , ma più piccola, l' Orsa Minore in cui troviamo la Stella Polare indicatrice del Nord.
Secondo la leggenda, l' Orsa Maggiore rappresenterebbe Callisto, ed Arcade , suo figlio rappresenterebbe l ' Orsa minore.
Giunone, moglie di Giove gelosa della bellezza di Callisto e dell' attenzione che Giove aveva per lei, trasformò madre e figlio in due orsi, Giove allora li trasformò in costellazioni per salvarli dai cacciatori.
Per i Pellerossa la costellazione rappresenta l' orso e le tre stelle che si allungano sono i cacciatori che inseguono l' orso ma non riescono mai a prenderlo.

domenica 15 agosto 2010

ANDAR PER STELLE

BUON FERRAGOSTO A TUTTI

IL CIELO STELLATO SOPRA DI ME,
IL RIGORE MORALE DENTRO DI ME.
( Kant)

venerdì 13 agosto 2010

ANDAR PER STELLE


Lo Zodiaco ha 12 raggruppamenti : Ariete, Toro, Gemelli, Cancro, Leone, Vergine, Bilancia, Scorpione, Sagittario , Capricorno, Acquario, Pesci , tutti attraversati dal Sole nel corso del suo moto apparente tra le stelle.

Tutti i piani orbitali dei pianeti attorno al sole e quello della Luna attorno alla terra si discostano poco dall’ eclittica, tranne nel caso di Plutone ( classificato come “pianeta nano), tutti i “corpi vaganti” del sistema solare sono da cercare sempre in prossimità dello Zodiaco.

Il Sole attraversa nel mese di dicembre anche una tredicesima costellazione, quella di Ofuoco, tuttavia questa non viene considerata.

COME RICONOSCERE LE STELLE

1) Trovare sempre la costellazione dell’ Orsa Maggiore per chi sta nell’ emisfero Nord.

2) Trovata l’ Orsa Maggiore si può prolungare idealmente il timone del carro ( le 3 stelle allineate a semicerchio) verso sinistra e trovare la stella Arturo della costellazione Boote, dalla stella Arturo prolungando verso dritta si incontra la stella Polare della costellazione Orsa minore ( carro minore)

3) Dalla stella Polare ad Arturo a Spica (Vergine) con questo arco di cerchio hai trovato 3 costellazioni ; il problema è che non sono tutte visibili.

Le stelle a noi visibili , considerando la nostra latitudine di 45° Nord, sono: Orsa Maggioe, Orsa Minore, Cassiopea, Bootes, Corona Boreale, Orione, Toro( Iadi e Pleiadi), Auriga, Perseo, Pegaso, Cigno, Aquila, Lyra.


martedì 10 agosto 2010

PER SAN LORENZO SETTE BAGNI AL MARE


Una volta il culmine della bella stagione arrivava il 10 agosto, una giornata magica e non solo per le stelle cadenti.

A san Lorenzo si andava via da casa. Si partiva al mattino per andare al mare.

Da casa si portava il cocomero che veniva subito messo in una buca e ricoperto di sabbia umida.

Al mare ci si andava tutti, anche le nonne.

Tutti poi finivano a mollo, in quanto quel giorno si credeva che l’ acqua avesse la capacità di mantenere la salute, così il bagno lo facevano anche i cavalli, i buoi, gli asini e i cani.

Si dovevano fare sette bagni , anche se il bagno di San Lorenzo valeva già di sé per sette bagni.

Al tramonto si faceva rientro a casa.

Un tempo questa unica giornata di mare era l’ unica vacanza dell’ anno, e molti non riuscivano ad effettuare neanche questa.


sabato 7 agosto 2010

PEOPLE

ROCKI


Ora è rimasto solo Rocki, che a dire la verità non è il nostro cane.

Lui sta nell’ altra parte del cortile, quello in comunicazione col cortile dei miei genitori.

Rocki ce lo hanno dato delle persone che lo avevano preso da piccolo per i loro bambini. Ma Rocki crescendo era diventato grande, grande.

Rocki è un pastore belga, i suoi ex proprietari abitavano in un appartamento di sessanta metri quadri, con due bambini e per Rocki non c’ era più posto, era troppo grande. Non volevano portarlo al canile, allora lo hanno preso i miei genitori per fare compagnia a Bull.

Rocki ha preso l’ indole dai bambini.

E’ cresciuto con loro.

Quell’ indole ce l’ ha ancora oggi che ha dodici anni.

Quando è felice si mette a gattoni, col sedere in alto e la testa appoggiata a terra.

Oppure a pancia all’ aria si stira le lunghe zampe e fa …oohhhhhh.

Ora che mio padre non c’ è più è diventato il cane di mio marito.

Si capiscono con gli occhi.

Mangiano l’ uno quello che mangia l’ altro, corrono e giocano a pallone insieme.

Se litigano è solo per via dei buchi.

A Rocki piace fare i buchi dove ci sono i fiori.

A mio marito piacciono i fiori e non sopporta i buchi.

Per il resto vanno d’ accordo su tutto.



Il racconto è frutto di fantasia. Eventuali somiglianze a fatti realmente accaduti sono puramente casuali.

giovedì 5 agosto 2010

PEOPLE

BULL 

Bull era il cane di mio padre. 
Era un cane da pagliaio, ma lo perdonarono sempre. 
Era un pastore tedesco. 
E come un tedesco era serio e scontroso. 
Non abbaiava, se ne stava acquattato e ti assaliva quando meno te lo aspettavi. 
Amava mangiare le noci. 
Mio padre stava seduto sul cornicione, spaccava la noce, ne mangiava mezza e mezza la dava a Bull. 
Era solito scappare dal cortile. 
Andava dal vicino a far strage di galline. 
Era sempre perdonato, mio padre scrollava la testa, poi andava dal vicino a scusarsi, portava qualche bottiglia di vino e pagava tutti i danni che Bull causava.
A me Bull portava le galline ancora vive. 
La prima volta che successe, mi ero alzata per andare a lavorare, uscita in giardino sentii distintamente: - ...cococo, coco, cocococo...-. Credevo di avere le traveggole, stupita, incredula trovai tre galline in un cespuglio, un po' spennate ma vive. 
Poi l' arcano si scoprì... era Bull che le prendeva dal vicino e me le portava. Arrivò anche un compagno per Bull. 
Aveva un anno. 
Si chiamava Rocki. 
Bull morì di vecchiaia. 


Il racconto è frutto di fantasia. Eventuali somiglianze a fatti realmente accaduti sono puramente casuali.

martedì 3 agosto 2010

PEOPLE

BAGHERA

Da Nerina, la bastardina nera, e Pierino, il volpino bianco, nacquero quattro cagnolini, tre trovarono una casa nuova, Baghera rimase con noi.

Avevamo trovato una casa anche per lei. 

Ma non ce l’ abbiamo fatta a darla via.

Baghera è dolce affettuosa ma ha paura.

Trema dalla paura.

Si nasconde.

Vuole stare solo con la sua mamma. 

È nera come lei, ma non ha la sua eleganza.

Sta sempre nascosta, bisogna tirarla fuori dai pertugi, perché altrimenti neanche viene a mangiare.

Con gli anni è diventa meno timida, ma solo con noi della famiglia.

Bisogna stare molto attenti, perché Baghera, quando arrivano amici o conoscenti, si nasconde ed esce solo per morsicarli alle caviglie.

Lo fa perché ha paura.

Ormai nonostante le nostre attenzioni, ha lasciato i segni dei suoi denti a tutti i nostri amici.

E’ tanto affettuosa, sente i tuoi stati d’ animo.

E ti lecca quando sei triste, si stende ai tuoi piedi e ti guarda fisso negli occhi… e ti comprende.

E ti fa le feste, fa le piroette, i salti e le capriole.

E quando non sa proprio cosa fare di più, dalla contentezza … fa la pipì all’improvviso, come fanno a volte i bambini.

Ora è rimasta sola, e la notte è straziante sentirla piangere.

Sogna e piange.

Forse le mancano Nerina, Pierino ed Ivan.

La teniamo in casa con noi, ha il suo divano, è molto vecchia ha ventuno anni, ma la notte piange lo stesso.

Ora se ne è andata.

La sera era lì, affettuosa come sempre, la mattina dopo non c’ era più.



Il racconto è frutto di fantasia. Eventuali somiglianze a fatti realmente accaduti sono puramente casuali.

lunedì 2 agosto 2010

PEOPLE

IVAN


Un mese dopo l’ arrivo di Pierino , superato il dispiacere della perdita di Igor II, comprammo per la seconda volta un cane di razza pinscher.

Lo chiamammo Ivan perché era piccolo piccolo ma voleva comandare solo lui.

Lui voleva mangiare per primo.

Lui voleva stare in braccio e non voleva che facessimo le coccole agli altri cani.

Se la prendeva con Pierino , facevano la gara della pipì.

Pierino alzava la gamba e faceva la pipì per marcare il territorio. Arrivava Ivan ed andava a marcare il territorio nello stesso punto di Pierino, allora ritornava Pierino a rimarcare il territorio, poi vi ritornava Ivan, sempre così fino a che alla fine Ivan scoppiava ad abbaiare arrabbiato, tremando furibondo.

Voleva vincere ma non aveva pazienza.

Si credeva un tombeur de femmes e non era capace di fare niente.

Era impotente.

Soffriva anche di epilessia.

Era sempre arrabbiato con tutti.

Era sempre arrabbiato col mondo.

Era sempre arrabbiato con Pierino, ma quando era freddo stava nella cuccia al caldo sotto al pelo spesso e lanoso di Pierino.

Se ne andò qualche mese dopo Pierino.


Il racconto è frutto di fantasia. Eventuali somiglianze a fatti realmente accaduti sono puramente casuali.