mercoledì 30 giugno 2010

PEOPLE

RINGO

Ringo, il cane numero tre, è stato il tuo compagno inseparabile per quattro anni.

Gli anni della fanciullezza, dove hai fatto le scoperte più interessanti.

Ringo era il più bello di tutti.

Tu in bicicletta e lui ti correva accanto mordicchiandoti i talloni dei piedi.

… E rideva, rideva, voi non ci crederete ma lui rideva; allora gli cantavo la canzone di Little Tony : “Riderà, riderà , tu falla ridere perché…”, allora Ringo stava serio sino alla fine della canzone, poi rideva, rideva e mi leccava i talloni dei piedi. 

 Allora scendevo dalla bicicletta, mi chinavo, gli prendevo il muso fra le mani, lo guardavo fisso, fisso negli occhi e gli dicevo in dialetto, non so perché agli animali parlo solo in vernacolo, lo so il perché invece, è perché trovo il dialetto romagnolo più naturale dell’ italiano e gli animali sono più naturali di noi.

Riprendo, gli dicevo in dialetto... coma l' è bel, l'è bel coma e' sol ( come sei bello, sei bello come il sole, ) e poi gli baciavo il muso umido.

Ma poi ce ne andammo, Ringo dissero che non si poteva portare con noi, sarebbe rimasto con la nuova famiglia. La nuova famiglia ti avrà voluto certamente più bene di me Ringo, perché tu non hai fatto come Bobi, non hai sentito il mio odore, non sei venuto da me. 

Lo sai, ero vicina, solo qualche chilometro più in là. 

Ti ho aspettato tanto, ma forse tu hai pensato che non ti volevo più.

Ringo dove sei ora?



Il racconto è frutto di fantasia. Eventuali somiglianze a fatti realmente accaduti sono puramente casuali.

lunedì 28 giugno 2010

CIBO/DNA/FUTURO

Tra le tante declinazioni che gli studi sul DNA possono prendere in futuro, uno dei più interessanti è quello della nutrigenomica: l’ applicazione del nostro profilo genetico alla scelta dei cibi più adatti per prevenire le malattie ( soprattutto cardiovascolari e tumorali) e rendere più lunghi gli anni di vita in piena salute.

Quando un giorno sarà diventato semplice e poco costoso analizzare il DNA di ciascuno, sarà possibile studiare il profilo dei geni per calcolare la predisposizione alle malattie e adattare la propria dieta a queste informazioni.

La nutrigenomica ci darà una mano anche a combattere il diabete e l’ obesità oltre al cancro..

Diabete ed obesità sono indicate come le epidemie del nostro secolo.

Se il mondo occidentale si ammala per troppo cibo, la FAO calcola che nel 2009 è stata varcata la soglia di un milione di persone che soffrono la fame.

Uno dei problemi per l’ approvvigionamento di cibo dei paesi poveri nasce dalla crisi energetica che ha stornato dall’ alimentazione verso la produzione di biocarburanti circa il 5 per cento del consumo mondiale di cereali ottenendo solo un misero 0,5 per cento di contributo al conto energetico globale.

Occorre riportare la bilancia in equilibrio e la genetica ci può aiutare. Uno dei problemi della produzione di biocarburi sta nella capacità dei batteri di sostenere il processo di fermentazione che trasforma i vegetali in carburante. La soluzione potrebbe arrivare da batteri geneticamente modificati in grado di rendere il processo più rapido in modo di abbassare i costi.

I costi la vera indicatrice per capire se una nuova tecnica scientifica avrà successo o meno.



venerdì 25 giugno 2010

UN ALGORITMO OLOGRAMMA

L’ Università di Harvard si è appena aggiudicata un finanziamento per il progetto “RoboBeep”, per la creazione di una vera e propria colonia di api.

I ricercatori cercheranno di creare insetti artificiali in grado di volare autonomamente e di coordinare le proprie attività con quelle dell’ alveare, proprio come fanno le api.

La ricerca ispirata alla natura potrebbe farci capire come imitare l’ intelligenza collettiva di una colonia, suggerirci nuovi metodi per costruire surrogati di un sistema nervoso capace di adattarsi ai cambiamenti ambientali.

Il primo passo per gli scienziati sarà ricostruire il corpo delle api. Successivamente bisognerà mettere insieme il software e l’ hardware che costituiranno il cervello del robot. Un minicompute, comprensivo di batterie, antenne e sensori ultravioletti, abbastanza evoluto da gestire e controllare il volo, individuare oggetti vicini o altri componenti della colonia e risolvere problemi decisionali. Infine sarà necessario mettere insieme le api così realizzate e, attraverso un algoritmo di coordinazione e comunicazione, fare in modo che imitino il complesso comportamento di un alveare.



martedì 22 giugno 2010

IL CALABRONE NON LO SA

Secondo alcuni autorevoli testi di tecnica di aereonautica, il calabrone non può volare, a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla superficie alare.
Ma il calabrone non lo sa e continua a volare.

Igor Sikorsky

domenica 20 giugno 2010

PEOPLE

NORA 

Nora, cinquant'anni e tutti passati. 
Alle spalle velocemente. 
Ha fatto quello che ha potuto. 
Si è sposata giovane, si è messa docilmente in gabbia per amore. 
Non le è pesata la gabbia, ci ha messo il corpo, il cuore, non la mente. 
Tutti quegli anni passati, cosa le rimane? 
Non lo sa. 
Possibile Nora, che tu ti senta libera come la bambina che eri un tempo? 
Come Don Chisciotte che verso la cinquantina seguì la legge che batteva nel suo cuore? 
Nora, Nora, a te piace il bello, il vero, il giusto, ma non hai ricevuto abbastanza bastonate? 
Che cerchi? 
Come hai detto Nora, parla più forte , per piacere, che non ti sento. "... ho dato e fatto quello che ho potuto, i figli sono grandi, ho cercato di educarli più con l' esempio che con le parole, ho cercato di trasmettere poche cose: il rispetto di sé stessi e degli altri, della mente sana in un corpo sano, di non disperdere i talenti ricevuti dalla vita, di combattere la prepotenza e di amare il diverso, di amare chi ha meno di te, di essere umili, di mantenersi economicamente da sé, di avere rispetto per il lavoro e per i soldi guadagnati in modo giusto, di ridere, in poche parole di amarsi e di amare. Ora il cordone ombelicale è rotto, i figli adulti, liberi, maturi. 
Con sorpresa mi sono accorta che sono libera anch'io, col mio Ronzinante, di battermi contro i mulini a vento. 
Libera senza più paura". 
E allora Nora, perché hai voluto che parlassi di te? "Mi hanno detto che il mio rapporto coi figli era anomalo. Cosa vuol dire anomalo? La lettera A mi è sempre piaciuta, ma non quando ha significato di sottrazione, quando ha un significato ambiguo, e poi non credevo che l'amore per i figli andasse giustificato, credevo che fosse la mancanza d' amore a dover essere giustificata. Ma non importa, cinquant'anni, tanti e tutti passati. Alle spalle velocemente. Dolcemente. E a cent' anni pianterò l' ulivo, non per i miei nipoti, ma perché non crederò alla morte". 


Il racconto è frutto di fantasia. Eventuali somiglianze a fatti realmente accaduti sono puramente casuali.

giovedì 17 giugno 2010

SE NON VUOI LA NOIA VIVI CON PASSIONE

Si parla di decadenza dei costumi, di crisi dei valori, di esasperato materialismo, di mancanza di sicuri punti di riferimento, ma ci siamo mai chiesti i che cosa sia la noia

Si parla di decadenza dei costumi, di crisi dei valori, di esasperato materialismo, di mancanza di sicuri punti di riferimento, ma ci siamo mai chiesti i che cosa sia la noia?

“La noia è l’ asma dell’ anima, è una ruggine che può consumare la meglio temperata lama, che fascia la cute di un senso umido, fastidioso e ti fa vedere tutto grigio. Toglie il sapore al gusto, la fragranza ai fiori, la dolcezza all’ armonia. Schiaccia l’ l’ acume dell’ intelletto e lo rende bestialmente stupido; insugherisce il cuore, mortificandone la squisita sensibilità, dissecandovi dentro la lacrima del piacere e del dolore. Oh, la noia è il più insopportabile dei nostri dolori, perché è il dolore della stanchezza e non eccita in noi una forza che valga a combatterlo.

Come guarire allora o rimanere immuni da questo male? Non stordendoci nel branco, che spesso non è che l’ insieme di tante solitudini, ma dando un senso alla propria vita. Per fare questo non è necessario, sgond a me, diventare santi o eroi, basta vivere la propria quotidianità senza rincorrere false chimere o illusori miraggi.

Il progresso e il benessere possono nascere solo dal lavoro e dall’ impegno quotidiano di ciascuno di noi, senza improbabili aiuti della dea bendata o illusorie convinzioni di poter vivere senza lavorare, semplicemente sapendo fare fruttare il danaro, in modo che i soldi da soli possano generare altri soldi, in un’ infinita catena. La vita non è una partita a poker, ma una casa da costruire mattone dopo mattone.

Da uno scritto di Riccardo Chiesa( esponente del MAR Movimento Autonomo Romagna), facente parte della serie “sgond a me”.



domenica 13 giugno 2010

SORRIDI CHE TI PASSA

L' espressione che un volto assume nel pronunciare alcuni suoni sembrerebbe influenzare l' umore e, alla fine, anche il carattere. a sostenerlo è David Myers, psicologo all' Hope College di Holland ( Michigan, Usa) .
Lo studioso cita come esempio i tedeschi, ritenuti comunemente privi di humor. Per Meyer il motivo è che nel pronunciare le vocali"a", "o" e"u" con la dieresi ( i due puntini sopra la vocale), inclinano verso il basso le labbra assumendo un' espressione triste . E l' uso frequente di muscoli che il cervello associa alla tristezza avrebbe il potere di influenzare negativamente l' umore.
Quindi, sorridete, il sorriso vi fa più bene di quel che credete.

venerdì 11 giugno 2010

MI PIACEREBBE TANTO CONOSCERE I PIRAHA

Controversa è l’ ipotesi secondo cui la lingua parlata influenza le nostre capacità cognitive

Controversa è l’ ipotesi secondo cui la lingua parlata influenza le nostre capacità cognitive.

Una ricerca di Peter Gordon psicologo della Columbia University di NY, ha condotto sulla popolazione amazzonica dei Piraha sembra però confermarla.

I Piraha non hanno parole per indicare numeri superiori al 2 ( per il numeri dal 3 in poi usano la parola “tanti ).

Messi di fronte al compito di appaiare gruppi con più di 3 oggetti in base al loro numero, non erano in grado di farlo, né erano in grado di imitare gesti che prevedevanola ripetizione di un movimento ( per esempio battere il piede per terra) per più di tre volte.


I Piraha,popolazione dell' Amazzonia di circa trecento individui distribuiti su otto villaggi lungo le sponde del fiume Maici.

La loro lingua, che riprende il nome della popolazione, è di difficile comprensione. Complicata perché una parola ricopre più significati.

È composta da 7 consonanti e 3 vocali e può essere oltre che parlata, anche fischiata dai cacciatori della giungla.

Inoltre si conta solo fino a 2; per quantità maggiori si utilizza un concetto simile a "molti".

Avrebbero una sola parola per padre e madre, nessuna possibilità di esprimere una frase che contiene una frase subordinata. La lista di queste radicali povertà linguistiche è lunga. I Piraha adulti sono strettamente monolingui e incapaci di apprendere qualsiasi altra lingua. Ma c' è ben di più. I Piraha non si curano di tracciare relazioni di parentela oltre quella con i propri fratelli e fratellastri, non hanno alcuna concezione che il mondo sia esistito prima che fossero nati i più anziani del villaggio, che una piroga e i suoi occupanti continuano ad esistere anche dopo aver svoltato la curva del fiume, sparendo dalla vista.


martedì 8 giugno 2010

A VOLTE LA RAGIONE È DA ENTRAMBE LE PARTI

Nel Don Chisciotte, Sancho racconta di due esperti di vino alle prese con una botte di vino che il proprietario ritiene eccellente. 
"E' vero" dice il primo dopo lunga e ponderata riflessione "il vino sarebbe ottimo, se non fosse per un vago gusto di cuoio che sento distintamente" 
Dopo aver seguito il medesimo rituale, anche il secondo dice la sua: "Il vino, non è cattivo, per carità. Mi disturba, solo un leggero sapore di ferro che posso distinguere chiaramente. 
I presenti, coprono di risate i due esperti, mai che si abbia un verdetto chiaro! 
Ma... si apre la botte e sul fondo si trova una vecchia chiave cui è attaccato un pezzo di cuoio.

domenica 6 giugno 2010

PEOPLE

GIOVANNI 

  Giovanni è ghandiano, cristiano, mazziniano.

Non ricordo se l’ ordine è esatto, scusami Giovanni, lo so che tu dai importanza anche all’ordine dei tuoi amati grandi.

Io ho messo Ghandi per primo, perché mi ricordo l’ unica volta che ti ho visto un po’ arrabbiato; fu quando mi parlasti della Manuela Pompas ed io ti dissi che non credevo alla reincarnazione.

Giovanni è un pacifista.

Lo era già negli anni sessanta.

Partecipò alla prima Marcia della Pace di Perugina/Assisi, ora non partecipa più, perché non crede che quelli, ora, abbiano inteso bene cosa vuol dire pacifismo.

Giovanni è un vegetariano. Non mangia la carne, ama veramente gli animali, anche gli insetti; è anche contro i medicinali, usa il metodo “ del temprarsi”, porta la maglia di lana anche d’ estate…dove non passa il freddo non passa neanche il caldo.

Giovanni è un insegnante di esperanto, crede che i mali del mondo arrivino principalmente dalla torre di Babele, perché le persone non parlano la stessa lingua.

Giovanni ha due lauree , ma non ha mai lavorato, il padre ,che lo conosceva bene, lo ha assecondato. Giovanni fa volontariato, porta la sua parola, il suo esempio dappertutto.

Giovanni si muove solo con la bicicletta, non vuole inquinare, e con la bici va anche molto lontano.

E’ da un po’ che non vedo Giovanni, mi sono informata, i tuoi amici mi hanno detto che un camion ti ha investito, mentre andavi con la bici. Ti sei rotto una spalla, gli antibiotici che ti hanno dato ti hanno intossicato. Non esci quasi più da casa perché hai bisogno di andare spesso al bagno.

Ti abbiamo fatto una piccola magia... il postino mi ha fatto vedere una lettera, il cui destinatario viveva nel mio paese tanto tempo fa. 

C’ era scritto nome e cognome, dedica ( per i sessanta anni di matrimonio) ma non c’ era l’ indirizzo, il mittente eri tu Giovanni. 

Non volevamo che la lettera ti tornasse indietro. 

Il postino mi ha lasciato la lettera. Ho fatto indagini. 

Sono riuscita ad avere l’ indirizzo attuale del destinatario. 

Il postino si è preso l’onere di recapitarla anche se non è il suo giro e deve fare chilometri extra. 

 È il nostro modo per dirti che ti siamo vicini.

Ghandiano, Cristiano, Mazziniano.




Il racconto è frutto di fantasia. Eventuali somiglianze a fatti realmente accaduti sono puramente casuali.

giovedì 3 giugno 2010

COL CUORE E CON LA MENTE

"Vedi" diceva Ochiwìa Biano "quanto appaiono crudeli i bianchi. 
Le loro labbra sottili, i loro nasi affilati, le loro facce solcate e alterate da rughe. 
I loro occhi hanno uno sguardo fisso, come se stessero sempre cercando qualcosa. 
Che cosa cercano? 
I bianchi vogliono sempre qualcosa, sono sempre scontenti e irrequieti. 
Noi non sappiamo cosa vogliono. 
Non li capiamo. Pensiamo che siano pazzi." Gli chiesi perché pensasse che i bianchi fossero tutti pazzi. "Dicono di pensare con la testa" rispose. 
"Ma certamente.Tu con cosa pensi?" Gli chiesi sorpreso. 
"Noi pensiamo qui." Disse indicando il cuore. 
CARL GUSTAV JUNG 

Dedicato a PADRE ALBERTO CASALBONI dei Frati Minori Cappuccini di Ravenna per le sue LECTURE DANTIS... nel canto XII del Paradiso vi è raffigurata la ruota, si cantano le lodi a San Francesco e a San Domenico, se è più importante il sapere per capire o se è più importante l'amore per capire... LEI PADRE HA CUORE E MENTE.

martedì 1 giugno 2010

NEL 2019 RAVENNA CAPITALE DELLA CULTURA, SE LO MERITA?




















GRANDE FERRO R è un' imponente scultura di Alberto Burri (1915/1995) che si trova a Ravenna davanti al Palazzo Mauro De Andrè. 
La grande scultura rievoca la carena di una nave rovesciata, ma a me ha fatto sempre pensare a due mani che si vogliono incontrare. 
È una delle poche sculture all' aperto e una delle più grandi dell' artista di Città di Castello, che in cambio ottenne la ristrutturazione dell' Essicatoio tabacchi, che oggi ospita le sue opere. 
Alberto Burri è uno dei più grandi artisti italiani della seconda metà de XX secolo. 
Eppure Ravenna e le sue istituzioni culturali, di solito molto attente ad ogni pietra in odore d' antichità, sembrano ignorarlo. 
Ci si attaccano etichette adesive, in occasione di feste e fiere la scultura viene nascosta da ogni tipo di merce e a volte vi si affiggono striscioni pubblicitari. 
Se gli antichi avessero usato lo stesso metodo che usiamo oggi noi con l' arte non si sarebbe salvato niente. 
Credo sia inutile darsi tanto da fare con l'antico se poi si disprezza l'oggi.