giovedì 8 aprile 2010

PEOPLE

LA MAESTRA ANNA 


Al nostro piccolo paesino di campagna, capitò che alla scuola elementare, dove le maestre erano sempre le stesse, per genitori, fratelli e sorelle, una maestra nuova. Anna era il suo nome. 
Ed era la mia maestra. 
Io la amavo ma nascondevo il mio affetto dietro l'indifferenza, perché io ero la sua preferita e le mie compagne mi avevano detto: - La maestra vuol bene solo a te.- 
La maestra sapeva della mia passione per i libri, in quarta elementare avevo già letto tutti i volumi presenti nella biblioteca della scuola, lei così me li portava da casa sua, mi aveva spiegato che non sarei mai rimasta senza lettura perché i libri non sarebbero mai finiti. 
Un giorno mi portò un vocabolario con la copertina rossa, io non sapevo cos' era un vocabolario, lei mi disse... ti piacerà, tienilo questo è per te... è tuo. 
Sulla prima pagina scrisse la dedica col suo nome e cognome. 
Mio padre non fu contento di quel regalo, disse che non andava bene accettare un dono così importante ( alla fine degli anni sessanta un vocabolario era una cosa costosa). 
Mi accompagnò a scuola e parlò con la maestra, ella disse che a casa ne aveva tanti ed era un regalo che faceva a sé stessa il darlo ad una scolara che amava così tanto i libri. 
L'anno scolastico finì, tornai a scuola per frequentare la quinta elementare, la maestra Anna non c' era più, mi dissero che era una supplente e che non sarebbe tornata più perché aveva avuto il posto fisso a Ravenna. 
Gli anni passarono, la maestra Anna è sempre nel mio cuore. 
Tentai anche di rintracciarla, ma dal vocabolario rosso, che ancora possiedo, manca una pagina: quella con la dedica e la sua firma ed io non ricordo il suo cognome. 
Nessuno si ricorda più di lei, perché rimase al paese solo un anno.  
Al Provveditorato degli Studi dove mi sono rivolta, hanno tanto da fare e non hanno tempo per cercare una persona solo col nome e l'anno della sua supplenza. 
Questo racconto è per tutte le brave maestre, se a volte vi sentite stanche e deluse... bene, pensate che forse da qualche parte vi è una scolara ormai matusa che vi vuole bene ancora, che vorrebbe dirvelo ma non riesce a mettersi in contatto. 


Il racconto è frutto di fantasia. Eventuali somiglianze a fatti realmente accaduti sono puramente casuali.

9 commenti:

Gianna ha detto...

Bellissimo post Teo.
Insegnanti come Anna esistono e continueranno ad esistere nel cuore dei propri allievi.

Gaetano Barbella ha detto...

Ecco la questione dell'essere o non essere che sembra farti trovare corrispondenti appigli, nell'ordine con quel tal "Cuoghi" con la sua "opera d'arte" e con la tua introvabile "maestra Anna" che porti stretta nel tuo cuore. Non è così Paola?

Un "mercurio" dalle acerrime contraddizioni, direbbero gli alchimisti.
Un regal "cognome" dato per disperso nella tua memoria cosciente da un lato, ed un altro "cognome" di chiara fama che, anziché infondere la vita, la mortifica con una noia da capogiro.

Due "veleni" - argomenteremo - che miscelati non meraviglia che diano luogo ad un sorprendente elisir di lunga e nuova vita.

Più in profondità, questi sono i due Leoni alchemici, il rosso e il verde - i due contrari -, che si azzuffano fino allo sfinimento.

Non si tratta di una prospettiva che ci porta a scegliere e sperimentare. Se se ne parla e discute è segno che è in atto in qualche modo. Vari sono i "maestri" che si alternano attorno all'Atanor - secondo il rispettivo "livello" - e vi soffiano dentro col proprio mantice-parola.

Gaetano

Gaetano Barbella ha detto...

È incomprensibile la prospettiva alchemica sullo scontro dei due contrari che, sono chiamati anche salamandra e remora, focosa la prima e umida la seconda. La maestra Anna starebbe per remora e l'altro, il Cuoghi per salamandra.

La fisica nucleare ci viene in soccorso per capire la natura dello scontro dei due campioni da cui nascerebbe una nuova realtà vitale di eccellenza.

È di pochi giorni la notizia dell'esperimento collisione di particelle ad altissima energia in corso presso il Large Hadron Collider, l'acceleratore di particelle del Cern di Ginevra che ha stabilito il nuovo record mondiale per macchine di questo tipo mettendo in circolo due fasci di protoni con un'energia pari a 3,5 TeV.

Il Large Hadron Collider (Lhc) è il più grande acceleratore di particelle mai costruito: formato da un circuito di 27 chilometri di lunghezza posto a cento metri di profondità alla frontiera franco-svizzera, era stato inaugurato con successo il 10 settembre 2008. Ma in seguito si sono verificati dei guasti che sono stati riparati per permettere, come suddetto, il pieno successo dell'esperimento.

Il fatto saliente, che ci interessa per la tematica alchemica in questione, è in stretta relazione col regime dell'acceleratore ginevrino.
A regime gli urti fra particelle dovrebbero sviluppare un'energia pari a 14 TeV, un livello che dovrebbe avvicinarsi ulteriormente a quelli sperimentati nei primi istanti di vita dell'Universo. Obiettivo a lungo termine dei ricercatori è quello di verificare l'esistenza delle particelle supersimmetriche e delle dimensioni nascoste previste dalla teoria delle stringhe, oltre a comprendere meglio l'esatta natura della materia ed energia "oscure" che costituiscono gran parte della massa dell'Universo.

Dulcis in fundo, ciò che sta a cuore agli scienziati del centro sperimentale di Ginevra è il "bosone di Higgs", l'ultima particella prevista dal modello standard della fisica quantistica ancora da scoprire. Ribattezzata "particella di Dio", sarebbe all'origine della manifestazione della massa (e quindi, di riflesso, della gravità) e la conferma della sua esistenza potrebbe far compiere passi avanti nelle Teorie di Unificazione, verificate per le forze nucleari ed elettromagnetiche ma dalle quali la gravità rimane ancora esclusa.

Non credo che sia tanto balzana l'ipotesi che il segreto della vita, tanto ricercato dagli esoterici, possa trovare appigli - mettiamo - a questo famigerato "bosone di Higgs", la "particella di Dio".

Conclusione.
Come vedi la maestra Anna, ottima remora da non dimenticare, se non altro, che è tutto legato al mistero (e ciò che qui ho argomentato: buono a sapersi), ci conduce con la mente e col cuore a Dio, mentre l'altro, il Cuoghi ci allontana da Dio.
E l'uomo? In questo tira e molla è possibile che ne tragga vantaggio portandosi a nuovi livelle evolutivi.

Gaetano

Paola Tassinari ha detto...

Cara Stella.....avrei tanto voluto ritrovare la mia maestra per darle quell' abbraccio che non le ho mai dato e che tanto avrei voluto darle.
^_^

Paola Tassinari ha detto...

Ma sai che ti dico ......Gaetano, e se il bosone non si trovasse?
Ci pensi, tutto da rivedere, magari viene a mancare una specie di cognome, ed il bosone non salta fuori, io non sono sicura che salti fuori.
Ci sono tante cose di buon senso da svariate parti ed io credo che occorra più cercare di far coesistere più cose che concentrarsi su un solo obbiettivo, io credo che siamo ancora indietro, che il bosone non si troverà, anche se si faranno ulteriori passi in avanti. Io da ignorantissima penso che i due leoni che hai unito tu, siano una scoperta eclatante per un altro tipo di matematica da affiancare a quelle esistenti.
Scusami le mie povere parole così poco tecniche ma davvero trovo le tue sfere che riescono a mettere insieme i due numeri "particolari" più all' avanguardia della ricerca del bosone,questo salterà magari fuori, a me pare troppo semplice.

Magari ...chissà la mia maestra Anna mi troverà col computer....e mi manderà una e-mail.
Sai a Ravenna hanno messo targhe toponomastiche in mosaico e si è acceso un dibattito offensivo e del tutto fuori luogo sulla mosaicista che le ha effettuate, io mi sono sentita in dovere di scrivere una lettera al giornale locale per dire la mia opinione.......ho ricevuto una e-mail dalla mosaicista, ( che non conosco)mi ha trovato con google, che mi ringraziava calorosamente. Ho anche ricevuto una replica sul quotidiano dal politico che tanto aveva offeso le targhe dichiarandole di falso mosaico....solo perchè non erano in stile bizantino....ah 'sti politici.
Ciao Gaetano.

Gaetano Barbella ha detto...

In tema di paralleli (alchemici: mettiamo) con la questione sul dibattito offensivo delle targhe toponomastiche di Ravenna in relazione allo stile bizantino (orgoglio dei politici di Ravenna), che tu dici, c'è quella milanese di un loro orgoglio, la Madonnina del Duomo.

La tradizione vuole che nessun edificio in Milano possa essere più alto della dorata Madonnina.
Fu scritta una legge in proposito e questa impedì che la Torre Branca del Parco Sempione (108 metri) di Giò Ponti e la Torre Velasca (106 m), la superassero la vetta della madonnina del Duomo che è di 108,50 metri. In tutti i casi il progetto si fermò prima dei fatidici 108,5 m per rispetto della Madonnina.

Il Pirellone, così i milanesi chiamano il grattacielo della Pirelli, dove attualmente ha sede la Regione Lombardia, è più alto della Madonnina: misura 127 m. Sul suo tetto il sentimento religioso ha fatto costruire un'altra Madonnina in oro, copia della sorella che sovrasta i marmi di Candoglia. In tal modo il vecchio detto è ancora attuale.

Alla luce di questo, è ipotizzabile quanto prima la posa di un'altra statua sulla cima della Nuova Sede della Regione Lombardia e successivamente entro il 2015 sull'edificio chiamato Dritto all'interno del complesso City Life.

E riprendendo il tema di questo post sulla "maestra Anna", che tanto intenerisce i cuori, non solo i tuoi, e per questo da tenere alta e svettante, nulla che scandalizzi lo sconfinamento di ipotetici "Cuoghi" presi per "opere d'arte" strampalate, a patto però che vi dominano i ricordi indelebili di "maestre Anna".
Ognuna ne ha una quale "risorsa" nei due sensi antitetici.

Buon mattino,
Gaetano

Paola Tassinari ha detto...

Caro il mio Gaetano ( scusami questo uso del possessivo ma è un po' come ritornare bambina con te) mi racconti una storia bellissima sulla Madonnina di Milano, io la trovo una storia bellissima ricca di memoria, di rispetto ed anche un po' magica.....magica come immaginare il sacro oppure come imago della sacralità oppure come i magi persiani così sapienti....insomma tu Gaetano regali storie magiche.
Buona serata,
Paola.

Annarita ha detto...

Bella questa storia! E' un conforto per chi come me è del mestiere. Proprio ieri pomeriggio ero davanti all'ingresso della mia scuola a chiaccherare con una collega, quando sento alle mie spalle un "Ciao, prof".

Mi volto e vedo un ragazzo grande sorridente che prosegue "Ho riconosciuto la sua voce e mi sono detto ma questa è la mia prof! Si ricorda di me?"

E come non potrei miei cari? Mi ricordo di voi, uo ad uno:)

Che tasto hai toccato, Teo!

Un bacione. Ciao.

Paola Tassinari ha detto...

Annarita tante batoste e critiche sulle vostre teste di insegnanti......questo post era dedicato proprio a voi....perchè le critiche vi facciano meno male pensando a quanto avete ben seminato in tanti giovani......quanti?
Se ci prensi sono sicura che ti scappa un sorriso.^_^