mercoledì 30 dicembre 2009

ORA L' HO CAPITO


DA TERRA D' AMORE



La verità è sempre quella,
la cattiveria degli uomini
che ti abbassa
e ti costruisce un santuario di odio
dietro la porta socchiusa.
Ma l'amore della povera gente
brilla più di una qualsiasi filosofia.
Un povero ti dà tutto
e non ti rinfaccia mai la tua vigliaccheria.

ALDA MERINI




A volte si incontrano poesie quando si devono incontrare, questa poesia mi ha aperto gli occhi, non sono mai stata ferita da un povero, da un "francesco", con loro mi sento amata e perciò li amo , ora l' ho capito grazie ALDA.

martedì 29 dicembre 2009

CANTO AL FUTURO


Il passato

E’ una curiosa creatura il passato

Ed a guardarlo in viso

Si può approdare all’estasi

O alla disperazione.

Se qualcuno l’incontra disarmato,

Presto, gli grido, fuggi!

Quelle sue munizioni arrugginite

Possono ancora uccidere!

Emily Dickinson

domenica 27 dicembre 2009

PEOPLE

FRANCESCO II e ultima puntata



I carabinieri sono andati alla comunità ad interrogarlo. Una donna del paese vicino, lo aveva denunciato. Il marito era tornato a casa prima, ed aveva visto un' ombra furtiva, scappare dalla finestra della camera da letto. La moglie gli aveva detto che era quel tale che gira sempre, sì, quel tizio della comunità. E lo aveva denunciato.
Un po' strano perchè Francesco non esce mai di sera.
Lo sanno tutti.
Un' altra volta lo avevano accusato di aver rubato un portafogli. Lui lo aveva restituito. Lo aveva trovato per terra, vicino al forno, i documenti non c' erano, solo qualche mille lire, che lui aveva usato per le sigarette e il caffè. Lo avevano sgridato un po', ma non gli avevano fatto niente.
I parenti hanno i loro problemi, qualche volta, raramente, molto raramente, lo vanno a trovare.
Ci credereste?
Quando accade Francesco è così felice, ma così felice che la bocca è sorridente anche quando parla, anche quando beve il caffè. Presenta i famigliari a tutti quelli che incontra.
Poi le condizioni economiche di tuo fratello sono migliorate, ti ha preso con sè.
Sei tornato a trovare gli amici della comunità.
Mi hai raccontato la tua grande avventura.Io Francesco, l' avevo letta sulla cronaca regionale del Resto del Carlino.
Durante una delle tue passeggiate ti eri perso sui colli riminesi. La notte una bufera di neve aveva lasciato una coltre bianca, molto spessa, alta in certi punti un metro. Le ricerche erano durate frenetiche per qualche giorno. Ti avevano dato morto per assideramento. Il quarto giorno la pala dello spazzaneve , in un viottolo di collina, ti aveva raccolto.
Vivo e vegeto. Sei rimasto all' ospedale solo qualche giorno.
Ti eri nascosto sotto la neve al caldo, ti eri fatto l' igloo come gli Eschimesi.
Ora Francesco so che non ci sei più
Io credo che abbiamo perso qualcosa di importante con te.
Tu siedi alla destra della Madre.
Io credo questo.
Gli altri credano quello che vogliono.


Il racconto è frutto di fantasia. Eventuali somiglianze a fatti realmente accaduti sono puramente casuali.

sabato 26 dicembre 2009

PEOPLE

FRANCESCO 

Mentre attraversava le strisce pedonali per andare a scuola, un camion lo aveva investito. Aveva dieci anni. 
Gli piaceva molto la scuola, era bravo in matematica. 
Rimase diversi mesi in coma. 
Poi si svegliò. 
Ma era rimasto un po' tocco, gli dicevano. Non so il perché, il destino ce l' avesse così tanto con lui, ma poco tempo dopo, gli dissero che la mamma era partita per un lungo viaggio... in poche parole era morta. Francesco doveva partire anche lui, per un istituto, il luogo più adatto. 
Lì lui sarebbe stato come un re. 
Doveva ritenersi fortunato, perché l' assicurazione lo aveva dotato di tanti soldini. 
A Francesco la sua vita bastava. 
Gli anni passano. 
Qualcuno può pensare che Francesco fosse incattivito. 
Nulla di più sbagliato. 
Vive in una comunità di recupero. 
Lui però può uscire. 
Lo conoscono tutti, qui al paese. 
Ama il caffè, i bomboloni e le Nazionali senza filtro. 
Fuma come un turco. 
Se rimane senza soldi, qualcuno che gli offre un caffè o una sigaretta lo trova sempre. 
Ogni tanto lo mandano a Villa dei Fiori, una clinica un po' speciale. 
Dicono che è per il suo bene, con la storia " del suo bene" l' hanno un po' scocciato, a Francesco Villa dei Fiori non piace. 
Dalla clinica speciale, Francesco manda tante cartoline ai suoi amici della comunità e a tutti quelli che conosce. 
Prima di partire si fa dare i loro indirizzi, vuole essere sicuro di inviare le cartoline alle persone giuste. 
Sa far di conto molto bene, gli piacciono i numeri, l' amore per la matematica è rimasto intatto. Non sa il perché i carabinieri ogni tanto si interessano a lui. continua alla prossima e ultima puntata.

mercoledì 23 dicembre 2009

LA RISPOSTA

DAL LIBRO " LA RAGAZZA DELLE ARANCE" di JOSTEIN GAARDER

LA RISPOSTA
" Caro papà! Grazie per la lettera che mi hai inviato. E' stato uno shock, e mi ha dato sia gioia sia tormento. Ma ora alla fine ho preso la difficile decisione. Sono strasicuro che avrei scelto di vivere la mia vita sulla terra anche se solo per un " breve momento". Così ora puoi finalmente toglierti quelle preoccupazioni. Puoi "riposare in pace", come si dice. Grazie per aver intrapreso la caccia a quella Ragazza delle arance! Saluti di cuore da Georg, che tiene duro e sa di discendere da qualcuno di tosto." Per prendere in prestito delle parole di saggezza da mio padre: la vita è una lotteria gigante dove si vendono solo biglietti vincenti. Tu che stai leggendo questo libro sei uno di questi biglietti. LUCKY YOU!

lunedì 21 dicembre 2009

LA DOMANDA

DAL LIBRO " LA RAGAZZA DELLE ARANCE" di JOSTEIN GAARDER

Georg ha quindici anni e scopre che il padre, morto quando lui aveva quattro anni, gli ha lasciato una insolita eredità: una lettera. Questa contiene una storia d´amore vissuta in prima persona dal padre quando era ancora una matricola universitaria. Racconta dell´incontro, avvenuto in un tram ad Oslo, con una ragazza che teneva tra le braccia un sacco pieno di arance: sua madre. Georg scopre aspetti del padre che non conosceva, e soprattutto l´origine di certi suoi comportamenti ed interessi. Georg dovrà rispondere ad una difficile domanda che il padre gli rivolge in questa lettera.

LA DOMANDA

"Cosa avresti scelto, Georg?Avresti scelto di vivere un giorno una vita sulla terra , breve o lunga? Oppure avresti rifiutato di partecipare a questo gioco perchè non accettavi le regole?Devo essere onesto con te, Georg. Io stesso avrei rifiutato l' offerta di una visita panoramica fulminea della grande favola, e se la pensi come me, mi sento in colpa per quanto ho contribuito a mettere in moto, mi sono lasciato sedurre dalla ragazza delle arance, ma Georg se tu rispondi che nonostante tutto avresti scelto di vivere, anche se solo per un breve momento, allora io non ho il diritto di desiderare di non essere nato. Ho un' ultima domanda: posso essere sicuro che non c' è un' altra esistenza dopo questa? Posso essere del tutto convinto che non mi troverò in un altro luogo quando leggerai questa lettera? No, non posso essere sicuro al cento per cento. Perchè, se c' è il mondo, allora le frontiere dell' improbabile sono già state scavalcate. Sono già così pieno di stupore per il fatto che esista un mondo, che non avrei spazio per altro stupore se dovesse rivelarsi che esiste anche un altro mondo dopo questo. Io non ci credo, proprio no. Ma sognare qualcosa di improbabile ha un proprio nome. Lo chiamano speranza."


sabato 19 dicembre 2009

RELIGIONE DELLA LIBERTA' O RELIGIONE DELL' AMORE?

A Ravenna, alla sala Melandri è stato presentato il libro di Maurizio Viroli: ( professore di Teoria Politica a Princenton) " Come se Dio ci fosse" ( Einaudi).
L' autore parla della religione della Libertà ( Benedetto Croce) intesa come fede senza un Dio svelato, una fede del far bene senza tornaconto. Cristo può convivere con questa religione, ma quest' ultima può vivere anche senza di Lui. Religione è dedizione con ideali, si può pensare ad esempio al nostro Risorgimento che ha avuto profeti ( Mazzini) e martiri. Questi profeti e martiri erano anticlericali ma religiosissimi, essi ammiravano le antiche Repubbliche come Roma, Firenze e Venezia; queste ultime avevano forti simboli cristiani: si era buoni cittadini e perciò si era anche buoni cristiani. Macchiavelli diceva " Amo più la mia Patria che la mia anima" intendendo di amare più il bene comune che il suo individuale; Benedetto Croce non credeva in un Dio cristiano ma diceva " Io vivo come se ci fosse". I valori della religione della Libertà sono: il bene comune, il sacrificio e la carità. L' autore auspica che anche in tempi come quelli di oggi, rimanga la speranza che ciò si avveri .
Personalmente mi trovo d' accordo con tali posizioni, ma ritengo che valori come sacrificio e carità siano da chiarire. In quanto al sacrificio non deve giungere a creare martiri e la carità è poca cosa se disgiunta dalla comprensione. Io penso che occorra prendere il meglio da ogni forma di Governo, di Religione ed anche dall' Antropologia. Credo che i simboli e miti siano da conoscere, ma anche da modificare quando non vanno più con i tempi. Penso che l' unica religione possa essere quella dell' Amore. Penso che il Sacrificio di Cristo sia servito per liberarci dal martirio inteso come vittima sacrificale. Penso che Cristo abbia voluto sgombrare dai falsi idoli intesi come simboli senza amore. Penso che la carità senza amore sia uno schiaffo. Naturalmente sono consapevole che i mezzi possano essere giustificati da un fine senza tornaconto personale e per il bene comune, ma deve partire sempre da un impulso di Amore Universale.
A voi la parola.

venerdì 18 dicembre 2009

DEDICATO AL MIO RONZINANTE


DON CHISCIOTTE

Il cavaliere dell'eterna gioventù
segui, verso la cinquantina,
la legge che batteva nel suo cuore.
Partì un bel mattino di luglio
per conquistare, il bello, il vero, il giusto.
Davanti a lui c'era il mondo
con i suoi giganti assurdi e abbietti
sotto di lui Ronzinante
triste ed eroico.

Lo so quando si è presi da questa passione
e il cuore ha un peso rispettabile
non c'è niente da fare, Don Chisciotte,
niente da fare
è necessario battersi
contro i mulini a vento.

Hai ragione tu, Dulcinea
é la donna più bella del mondo
certo
bisognava gridarlo in faccia
ai bottegai
certo
dovevano buttartisi addosso
e coprirti di botte
ma tu sei il cavaliere invincibile degli assetati
tu continuerai a vivere come una fiamma
nel tuo pesante guscio di ferro
e Dulcinea
sarà ogni giorno più bella.


NAZIM HIKMET

martedì 15 dicembre 2009

DAL GESTO NASCE IL PENSIERO

Come è accaduto che proprio nell' uomo si sia strutturato il pensiero? 
Due milioni e mezzo di anni fa, nell' Africa orientale, esistevano esseri viventi a metà tra la scimmia e l' uomo: gli Australopitechi. 
Essi raccoglievano i sassi per rompere il guscio alle noci, scheggiavano le pietre per ottenere frammenti con cui raschiavano la corteccia degli alberi per procurarsi le larve. 
Una volta usati i "raschietti" venivano abbandonati e, al bisogno, ne venivano forgiati altri. Contemporaneamente agli Australopitechi, viveva un altro gruppo di ominidi con la testa un po' più grande e la mandibola meno possente, camminavano in gruppo, uomini, donne e bambini e soprattutto non mangiavano subito quello che trovavano, ma lo conservavano dentro rudimentali ciotole. 
Era il gruppo dell' Homo Habilis. 
 Alla sera si riunivano per la spartizione del cibo e gli utensili ricavati dalla scheggiatura dei sassi non venivano buttati, ma erano riutilizzati.
 Gli Australopitechi sono scomparsi, l' Homo Habilis si è evoluto sino a diventare l' Homo Sapiens da cui noi deriviamo. 
L' homo Habils non si è estinto perché era più abile nell' usare le mani, questo gli ha concesso di avere un certo successo con la caccia e di conseguenza di diventare onnivoro, quindi di usare meno le mandibole che diventando meno robuste hanno reso possibile un aumento della scatola cranica. 
Insieme all'uso delle mani si è parallelamente sviluppato l' uso dell' occhio con i relativi centri visivi. L' uso della mano ha dato il via allo sviluppo del cervello. ( dalla Voce di Romagna articolo di Luisa Mariani)

sabato 12 dicembre 2009

OMAGGIO ALL ' ACTION PAINTING

Gli americani all' inizio del novecento si ispirano prima a Cezanne , poi al cubismo di Picasso, infine arrivano ad un loro linguaggio autonomo : l' Action Painting, un lirismo con influenza surrealista ed esistenzialista. L' Esistenzialismo poggia sull' essere e il nulla , con una tendenza verso il vuoto. Il surrealismo è automatismo ed irrazionalità. Gli artisti sono tragici e sciamanici. Il colore diviene autonomo ed automatico. Fra di loro vanno ricordati sicuramente GORKY , artista tragico morto suicida nel 1948. HOFMANN, di origine tedesca. ROTHKO, viene dalla Russia, fuggito dalle persecuzioni, poverissimo, arriva in America nel 1913, una vita di stenti morì suicida. Famoso per le sue campiture sublimi e puriste. Il colore forte contro il buio della tragedia vita/morte/ rosso/nero. MOTHERWELL , ricco, finanzia gli altri, segue studi regolari. Egli disegna grandi teleri simbolici con falli/vagine/principio del mondo. DE KOONING olandese con le sue donne terrificanti. POLLOCK, con le tele stese a terra e il colore sgocciolato sopra, crea intrichi complicati, dove l' errore è guidato. E' un alcolizzato/sciamano/suicida. Tutto è arte e tutto brucia.

giovedì 10 dicembre 2009

PEOPLE

PAOLE'


A Paolè piace andare in bicicletta.
La Romagna è piena di ciclisti.
Il suo terreno pianeggiante, sembra creato appositivamente per le due ruote.
Andare in bicicletta è avere Ronzinante sotto di sè.
Certo Paolè preferisce andarci quando ci sono buone condizioni atmosferiche; ma le piace anche quando il solleone la costringe a fermarsi alla fontana per bagnarsi i capelli e rifrescarsi; o quando il vento contrario la fa piegare contro il manubrio per attutire il vento. Le piace anche quando il temporale la coglie all' improvviso, e il freddo le intirizzisce le ossa, tanto basta poi fare a casa una doccia calda.
Certo non osserva strettamente le regole del codice della strada, ma questo la rende ancora più libera.
Piccole trasgressioni che la rendono più forte verso le ingiustizie della vita.
Attraversa col rosso, ma sta attenta che l' incrocio sia libero, va contromano nei sensi unici, ma se sopraggiuge un' auto, si ferma e va sul marciapiedi. Non scende dalla bici sulle striscie pedonali. Negli attraversamenti delle piste ciclabili da sempre la precedenza alle auto, se queste si fermano e le fanno segno di passare prima lei con la bici, Paolè fa segno che passino prima loro, se insistono passa e ringrazia.
Trova che andare in bici, sia sentirsi più uniti agli altri. Fra ciclisti ci si saluta e si saluta anche fra ciclisti e pedoni e fra ciclisti e automobilisti. Si saluta così, solo perchè si è contenti.
Adesso il Sindaco ce l' ha con Paolè ed i ciclisti indisciplinati come lei.
Ha assunto quattro nuovi vigili urbani proprio per fare le multe ai ciclisti.
Lo ha proprio dichiarato:"Saremo inflessibili, multe per gli indisciplinati della bicicletta".
Paolè ha letto sul quotidiano locale , che le multe hanno il loro peso sul bilancio comunale preventivato annualmente e che manca un milione di euro a quel benedetto preventivo, proprio da parte delle multe.
Paolè lo ha visto il Sindaco in bicicletta, mentre andava al mare. Alle striscie pedonali, un' auto si è fermata, facendogli cenno di passare, lui molto ligio è sceso dalla bici, molto lentamente perchè non è molto agile, si è allungato per tutta la sua altezza e saldamente il manubrio agguantato, ha felpatamente attraversato a piedi le striscie.
Intanto si era formata una lunga fila di auto che aspettavano il termine del suo passaggio.
Inutile che scherzi Paolè, dalla parte del torto ci sei tu.
Lo sai che le regole sono il sale della libertà.
Ti abituerai.
Anche i piedi si sono abituati alle scarpe, ciò non toglie che a volte si formino dei dolorosi calli.


Il racconto è frutto di fantasia. Eventuali somiglianze a fatti realmente accaduti sono puramente casuali.

martedì 8 dicembre 2009

EST MODUS IN REBUS / C' E' UNA MISURA NELLE COSE( Quinto Orazio Flacco)

LA COSCIENZA

Nel linguaggio comune, si intende per coscienza la consapevolezza dell’ambiente circostante e la facoltà di interagire con esso; ciò in contrasto all’inconsapevolezza. In alcuni filoni di pensiero, soprattutto religiosi, la coscienza non si estingue dopo la morte ed è presente anche prima della nascita.

IO
L'Io organizza e gestisce gli stimoli ambientali, le relazioni oggettuali ed è il principale mediatore della consapevolezza. Mentre il Sé enuclea la persona nella sua totalità rispetto all'ambiente, l'Io, inscritto nel Sé, è la struttura che percepisce sé stessa ed entra in relazione con altre persone (con il "loro" Io), distinguendole come "non-Io".
L’Io ideale ha la sua genesi nella relazione fusionale del lattante con la madre e nella prima infanzia. È l’istanza ideale più arcaica, Freud la definisce il surrogato del narcisismo perduto della prima infanzia.

IL SUPER IO/IDEALE DELL' IO

Entrambi condizionano i pensieri ed i comportamenti del soggetto, il super io spinge all' io ideale, a quel modello introiettato in noi dai genitori e dalle persone da noi idealizzate per tenere a bada gli impulsi primordiali egoistici a scapito del Bimbo della prima infanzia.




CONCLUSIONI

Con ciò ho cercato di spiegare semplicemente ciò che ci dice la psicologia sul nostro essere. Alla luce di ciò possiamo dire che è tutta una questione di equilibrio. La nostra Coscienza, cioè il nostro vissuto, la nostra esperienza deve riuscire a mediare fra il Super Io e la ricerca dell' Ideale dell' Io( terribili censori) con il Bimbo la parte infantile egoistica dell' essere in cui non c'è consapevolezza. Perchè se diamo troppo ascolto all' angelo camuffato che è il Super Io saremmo dei frustrati perchè non riusciremmo mai ad accontentarlo, se diamo ascolto troppo al Bimbo saremmo il diavolo camuffato, saremmo degli egoisti votati all' edonismo più sfrenato ma perennemente in colpa verso al nostro Super Io che prima o poi presenterà il conto.
Abbiamo due orecchi : con uno ascoltiamo il Bimbo che è in noi, con l' altro ascoltiamo il Super Io, mediando con la nostra coscienza.






ORA PER CONCLUDERE IN BELLEZZA PUBBLICO UNA POESIA DI ANNARITA RUBERTO


LA FAMA E' UNA LUSINGA

La fama è una lusinga
eleva agli altari
su un piedistallo
che vacilla.

Offri te stesso
non per rincorrere
il successo.

Incarnare una leggenda
sul nulla
non è onesto.

Accogli
l’appello del futuro
e vivi senza impostura.

Segna ai margini
brani e capitoli
della tua vita.

Cela i tuoi passi
come in contrada
occultata dalla nebbia.

Altri percorreranno
il tuo cammino
orma su orma.

Non spetta a te
distinguere
sconfitta da vittoria.

Mai devi tradire l’Uomo
ma vivere
e soltanto vivere
sino alla fine.


Leggete le altre mie poesie


domenica 6 dicembre 2009

BACIATEVI A MILANO

Dal 6 dicembre, Milano ospiterà il Primo Festival Internazionale della Luce.
Quaranta opere di designer famosi illumineranno la città.
L' opera KISS di Paul Cocksedge, è ungrande vischio fatto di lampadine, sarà installato all' interno della galleria Vittorio Emanuele: a ogni bacio dato in un particolare punto sotto la volta luminosa sarà possibile donare un euro in beneficenza. Un contatore automatico registrerà ogni bacio e in quel momento la banca sponsor dell' installazione depositerà un euro sul conto dell' associazione Cesvi, con l' obbiettivo di raccogliere 100mila baci ( ed altrettanti euro) per contribuire a salvare dalla fame i bambini dell' Uganda.
Il Festival della Luce sarà anche un' occasione per riflettere sulla sostenibilità ambientale, sul risparmio energetico, sulla creatività e l' innovazione.


venerdì 4 dicembre 2009

È IL TEMPO CHE TU HAI PERDUTO PER LA TUA ROSA CHE HA FATTO LA TUA ROSA COSI' IMPORTANTE

Un gesto di solidarietà verso i senza tetto che nelle prossime settimane si troveranno esposti al gelo.

A Milano un’ iniziativa di volontariato proposta dal Movimento cristiano dei lavoratori, attraverso i suoi circoli parrocchiali e in collaborazione con due ditte biellesi, che forniranno un primo quantitativo di lana, chiunque potrà confezionare una sciarpa per i senza tetto.( si auspica che nei giorni di gelo venga offerto un letto all’ asciutto più che una sciarpa).

L’ obbiettivo è educare alla solidarietà: la carità cristiana e la fratellanza laica non si riducono alla semplice elemosina, ma si realizza donando il proprio tempo agli altri.

"E’ il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante" scrive Antoine de Saint Exupery nel "Piccolo Principe".

Donare qualche ora allo scopo di realizzare una sciarpa per qualcuno che neppure si conosce , riscalda chi la riceve ma riscalda anche chi la realizza.

mercoledì 2 dicembre 2009

PEOPLE

MARCO

Nel 1975 la scuola era allo sfascio, si imparavano poco i classici, ma si imparava a contestare il potere, si imparava ad essere liberi. 
Tutti i giorni c' era uno sciopero. 
I secchioni tornavano a casa, i contestatori andavano alle assemblee, io me ne andavo al bar ad ascoltare la musica con Katiuscia, Anna e Marco. 
Il nostro obbiettivo era il juke box, 3 canzoni 100 lire, io non mancavo mai di scegliere "Hotel California" degli Eagles. 
"Hotel California"era considerata da Anna e Katiuscia troppo "smielata" ma io e Marco ci guardavamo negli occhi e sognavamo... California... Welcome to the Hotel California... Marco, ma cosa cerca Marco, mi è sempre appiccicato, non sta con gli altri ragazzi, è poetico, cortese, mi ricorda un cavaliere della Tavola Rotonda, un cavaliere senza macchia né paura, sì senza macchia, ma con la paura come la mettiamo? 
Eh, con la paura, siamo messi un po' male, se prende un brutto voto a scuola, Marco piange, le lacrime scivolano grosse e silenziose, suvvia un po' d' amor proprio, più ci rimani male più non farlo vedere, sorridi con sufficienza, non fare vedere quanto ti hanno ferito. 
E con i prepotenti, cosa fa Marco, invece di aiutarmi, devo difendere anche lui, ehi Marco, se ti importunano rispondi con le stesse maniere, qui se sei troppo buono ti deridono. 
Se sei deriso, sei finito. 
Svegliati Marco. 
Marco mi sta attaccato come un francobollo, sono sicura che mi ama, ma non ha il coraggio di farsi avanti, mi guarda con occhi imploranti, ma mai un gesto per farmi capire quanto è innamorato di me. 
Poi un giorno mi dice: "Ti devo parlare da sola, di una cosa molto, ma molto importante per me. Ci vediamo al solito bar da soli. 
Scelgo nel juke box "Hotel California", Marco mi guarda fisso e mi dice:"... io....io... io sono come te, io sono una ragazza come te".
... California.... Welcome to the Hotel California... Marco mi guardava implorante, ed io non capivo niente, cielo come non capivo niente. 
Era il 1975, avevamo quindici anni e tutto ci pareva bello e possibile.
Il racconto è frutto di fantasia. Eventuali somiglianze a fatti realmente accaduti sono puramente casuali.