mercoledì 16 settembre 2009

COSA È PIÚ SURREALE?

Cosa è più surreale? 
Immaginarsi nuovi mondi paralleli, oppure accettare passivamente la surrealtà del reale? 
Sognare, fantasticare, non credersi polvere, amare, sperare? O accettare il nulla, ed in nome del nulla, accettare un mondo dove si muore per troppo cibo e cambiando solamente luogo si muore per mancanza di cibo? 
Un mondo dove i savi continuano ad ammazzarsi e i matti si uccidono per il troppo dolore? 
Oppure senza impastarsi la bocca di grandi cose, analizziamo le piccole consuetudini e... troviamo normale i Funerali di Stato per Mike Bongiorno? 
Cosa è più surreale???????????????????????????

9 commenti:

Gaetano ha detto...

Cara Paola, é bello fermarsi a Ravenna del Forum di Teoderica dove al momento in cui sembrano affermarsi le cose infere ecco che si fa largo il Paradiso.
Ma non è surrealtà e certi fatti lo attestano, anche se sembrano legarsi alla leggenda.

«...CORPI di luce dei beati, che però vogliono ricongiungersi al corpo terreno per ‘farsi riconoscere’, seguendo il vero valore dell’amore universale», tema, ispirato dal XIV canto del Paradiso, della quarta edizione del festival ‘Dante 09’ ravennate, appunto.

Dante un certo leggendario "fuggiasco".
Quando Dante muore, la notte fra il 13 e il 14 settembre 1321, a Ravenna, il Paradiso è completato, eppure ai figli che si affannano nelle ricerche, la Cantica risulta sospesa: mancano gli ultimi tredici Canti. È Iacopo a ritrovarli in una nicchia del muro, nascosta da una tenda, otto mesi dopo, grazie alle indicazioni del padre stesso, apparso in sogno. Così la Commedia può essere offerta ai lettori nella sua integralità. Inutile dire che Iacopo e Pietro di Dante sono tra i primi commentatori. Leggenda? Probabilmente: ma ben evidenzia l'alone di mistero e suggestione che circonda l’opera del poeta il quale, sin dal 1316, ha informato il suo pubblico della composizione del Paradiso...

Ma non hai nemmeno torto, Paola, a sentire in te il fascino della matematica, della scienza in genere quando il tuo pensiero sfiora i mondi paralleli, per esempio, poiché qualcosa mi suggerisce che Ravenna sia come un certo surreale numero, zero (o chiamalo come ti pare) dove i numeri negativi riferibili ai difetti umani, si possono trasmutare in positivi e perciò in virtù. Di qui il riflesso speculare della frase iniziale del festival ‘Dante 09’: “Corpi terreni (redenti) che si congiungono a Corpi di luce dei beati...”.
Daltronde il drappo pendente di Teodora ravennate, dove si profilano evidenti i "due pi greco" ("corpi"?) che salgono una certa china, non possono essere lì a caso!

Ho posto questo commento al recentissimo post di Annarita su matematic@Mente, ...Ancora Sullo Straordinario Zero
(vedi qui).

«Annarita, mi viene da dire qualcosa di spiritoso (ma non so fino a che punto), anche in relazione alla mia “Storiella dello zero che voleva restare anonimo” che tu hai pubblicato.
Tutti cercano positività, quindi in fatto di requisiti intesi come numeri da possedere, dalla negatività devono passare per forza dallo zero.
Questo numero è riconosciuto senza segno, quindi né positivo e tanto meno negativo.
Ma una volta assunto questo stato, da considerarsi neutrale, com’è che lo si vince?
A meno che la mia idea dello zero per carisma “anonimo” abbia un fondamento e quindi si dimostra risolutore per valicare – mettiamola così – un certo “cratere di Gamow” (non quello lunare), servendoci della nota questione della fisica nucleare (il “tunnel” della meccanica quantistica).
Ma tu che sei dottore in fisica potrai far luce su questa strana situazione che riguarda lo zero.
Gaetano».

E questa è la risposta di Annarita:

«...Mi poni un quesito non semplice, Caro Gaetano!
In effetti, lo zero c’entra nell'effetto tunnel con il concetto di barriera di potenziale.
Poiché la funzione potenziale è definita a meno di una costante, si fissa per convenzione a zero il valore limite della funzione V(R) quando la distanza tende all'infinito.
Lo zero, quindi, nel caso del cratere di Gamow è in effetti risolutore, come ben hai sottolineato.».
Conclusione, Paola meriti più che complimenti, ma affettuosi abbracci e baci fraterni.
Gaetano

Paola Tassinari ha detto...

Il nulla confonde l'artista, turba ancor più lo scienziato, che lo ha sempre guardato con gran sospetto. La filosofia greca, fin dalle sue origini, ha respinto il concetto del nulla. L'horror vacui della fisica aristotelica affermava che non potevano esistere spazi vuoti: la natura aborre il vuoto.
Non è stato semplice per l'uomo accettare l'idea del vuoto e del concetto matematico che lo rappresenta, zero. Grandi civiltà, come quella greca e quella romana, non avevano il numero zero. I numeri servivano soltanto per contare oggetti concreti, non la loro assenza e quindi lo zero non serviva a nulla. Oggi invece lo scienziato estrae interi universi dal nulla, teorici ovviamente, e lo zero, da semplice simbolo del nulla, è diventato, alla pari dell'uno, la cifra più importante di un mondo digitale, registrato su lunghe stringhe di un codice binario.
Caro Gaetano, sono andata su "matematicamente" Di Annarita ed ho estrapolato il piccolo sunto .
Mi stupisci , come sempre, sei addirittura informato sul tema del festival dedicato per i 688 anni dalla morte di Dante.
Ravenna, dici che ti suggerisce lo zero.......tombola!!!!!!
Quale città può rappresentare meglio lo zero, di Ravenna, non ti sto ad elencare i personaggi famosi qui morti o sepolti, Cito solo la fine dell' Impero Romano e la tomba
Un modo di dire ravennate dice così: a Ravenna si viene per morire........ma lo zero, il nulla ha come il simbolo un tondo, ed il simbolo dell' infinito non sono due tondi?
Chi muore, non diventa nulla, la sua "anima" si unisce all' infinito, si unisce all' altro, riusciremo un giorno a comunicare con l' altro che è in noi?
Il tuo commento mi libera la fantasia, e mi piace immaginarmi mondi paralleli, col solo aiuto della sensibilità, mi affascina la matematica, ma quella non è la mia strada per comprendere, non ne ho la capacità, ma i mondi paralleli nascono dagli scienziati con l' animo d' artista..........che cercano col cuore puro.
Gaetano tu hai la capacità di farmi dire cose che a qualcuno parranno assurde, ma a me pare più assurda questa realtà in cui conta l'Immagine,noi occidentali non siamo mai stati iconoclasti........forse se avessimo ascoltato di più i Cristiani orientali, i quali furono sconfitti al Consiglio di Nicea con uno stratagemma, saremmo stati meno adoratori delle immagini.
Con affetto.

Paola Tassinari ha detto...

Ho scritto solo tomba......indicavo la tomba per eccellenza, quella di Dante.
Come al solito mi lascio prendere dall' emozione e non rileggo il commento.

giardigno65 ha detto...

al surreale non c'è limiti !!!

Paola Tassinari ha detto...

Caro Giardino, al surreale non c' è limite...... sono in accordo, perciò i "pazzi" non diano dei "pazzi"agli altri "pazzi"
Saluti.

Gianna ha detto...

Teo, post fantastico.
Mi sono divertita e documentata a leggervi.
Un bacione surreale!

pierperrone ha detto...

Paola, il surreale, come dice la parola stessa, più reale del reale.
I funerali di Stato, le clownerie del pemier, le tirate politico/moralisteggianti della sinistra... insomma, in Italia la realtà va oltre ogni possibile immaginazione, quindi è talmente reale che supera sè stessa.
Surreale, quindi.
O tragicomica, se preferisci, per chi ha uno sguardo sufficientemente dreddo.
O farsesca...
Come vuoi.

Ma surreale forse è la definizione migliore.
E questo fa stare male, civilmente male. Perchè quelli che sono reali, ma reali normali, si sentono a disagio in quella dimensione così ultra... così super...
Fa stare male il fatto che chi è solo normale sa, sente, che le cose dovrebbero andare diversamente, che in Italia è stato dato lo sfratto alla Verità, relegandola nello spazio scenico della tragicomica.
In qualsiasi altro posto, la crisi avrebbe generato preoccupazioni e paure e avrebbe messo in moto i meccanismi più protettivi possibile.
In Italia no. Si lascia che una compagnia di guitti, guidati da un capocomico un pò troppo sporcaccione, decida che spettacolo recitare ogni sera, mentre la claque applaude sempre. E nessuno, dico nessuno, degli altri attori comprimari, antagonisti, controvoci e soubrette, dico nessuno avverte davvero il pericolo che il teatro crolli travolgendo tutti, pubblico compreso. Loro, questi altri, stanno impegnati a litigarsi l'ultimo posto in poltrona, cercando di scacciare il compagno di accademia che lo aveva occupato un istante prima...
Cara Paola, i commenti di Gaetano sono sicuramente migliori dello sconforto civile che questa Italia surreale inocula nel sangue.
Lui riesce a volare sempre oltre. E riesce a farti volare con lui.
Lui riesce a cacciare fuori l'aria viziata che riempie la sala del teatro.
Io mi limito - e questo è un grande difetto - a descrivere, guardare, osservare, domandare. Non so portare nessuno da nessun'altra parte. A chi mi chiede che strada fare, mi limiti a rispondere che il paesaggio è così e così, eludendo la vera risposta alla vera domanda.

Ma anche la verità della domanda pare surreale, perchè, dài, da che parte si vuole andare, oggi?
Sento gli americani, sento i discorsi di Obama. Sant'uomo quello.
Ma anche lui deve passare sotto le forche caudine delle cose concrete, dei risultati di fatto. Ci deve passare e ci passerà.
Chissà che risultati riuscirà ad ottenere?
Certo, alle mie orecchie le sue parole - e con quelle i sentimenti di tutto il popolo americano, anzi, no, non tutto, perchè ancora ci sono molti che rimpiangono quel povero malato del suo predecessore, ma certo di molti - alle mie orecchie il suo buon senso, la sua normalità (perchè parlare di politica come fa lui è solo buon senso e normalità) sono un vero toccasana.

In Italia, invece, ogni parola politica è tratta da un copione surreale.
Sarà per questo che le operette in italiano hanno avuto tanto successo, tanto da essere recitate ancora oggi, quotidianamente nel teatro nazionale italiano.

Se di tanto in tanto, come ieri, per esempio, non ci fossero lutti e dolore, avrei potuto finire al periodo precedente.
Ma quel sangue, forse inconsapevole, forse complice, quel sangue, comunque, ci obbliga a tenere il discorso aperto, ricorrendo a punti sospensivi, o punti esclamativi, o interrogativi. Comunque li chiami, sono loro a inoculare l'inquietudine nelle mie parole.

Paola Tassinari ha detto...

Stella, un bacione a te.......ben ritornata dalle ferie settembrine.
Ciao.

Paola Tassinari ha detto...

Grazie Piero, del tuo commento.
Cominciavano a mancarmi le tue ponderate riflessioni.
Il blog è diventato un "mondo parallelo" che mi sostiene nel mantenermi salda in ciò in cui ho creduto e voglio credere ancora.
Le riflessioni " surreali"che Gaetano mi ispira, ma soprattutto mi aiuta con la sua grande conoscenza,mi fanno credere in me stessa.
Ho deciso NON VOGLIO ESSERE PIU' nichilista.
Basta!
Lo stato laico ha fallito, i simboli che ha creato sono divenuti vuoti.
La religione ha fallito, non è stata a passo coi tempi.
La scienza ha fallito,non considerando il
fattore spirituale.
E io ho trovato solo nel blog, persone con cui posso parlare liberamente,persone che non mi giudicano, anzi dalle quali "sento " un affetto sincero.
Caro Piero, spero che nel tuo blog, racconterai l' esperienza e le emozioni del tuo viaggio on the road..........tramite le poesie ed i video, come io lo racconterò coi miei disegni.
Un beso.