sabato 22 agosto 2009

UN DRAMMA NELL' ARISTOCRAZIA 2 PUNTATA

La direttrice dell' istituto di bellezza ricevette il conte con molta cordialità. - Conte!- esclamò -La vostra consorte... -
- Ahimè!- Pronunciò il gentiluomo, con voce soffocata. 
Si tolse di tasca la rivista, la mostrò alla direttrice, poi ad un tratto, unendo le mani in un gesto di preghiera supplicò: -In voi sola riposano le nostre speranze... Aiutateci!- 
Dopo una lunga meditazione, la direttrice dell' istituto sospirò e disse, con tono deciso: -Non c' è che una via d' uscita: vostra moglie deve dimagrire. Ma come? Regime e dieta, non bastano da soli. Dovete procurarle qualche dispiacere.- 
-Va bene!- promise il conte, mentre una ruga di dolore gli solcava la fronte nobile -Sarà fatto. Io la amo... ma sarà fatto!- 
Quello stesso giorno il conte, entrato nella stanza della moglie, si sedette sul divano e disse senza tanti preamboli. 
-Fammi posto muoviti! Che maniera è questa di stare sdraiata mentre io sono in piedi!- 
-Conte- Disse la contessa - tornate in voi.- 
-Sono già quarant'anni, che sono conte- ruggì questi.-Ma ancora adesso non capisco, come ci possono essere delle persone che non sono capaci di stare giorni intieri sdraiate sul divano, senza occuparsi di nulla, all'infuori della lettura di stupidissimi romanzi!- 
La contessa si mise a piangere silenziosamente... continua alla prossima puntata

4 commenti:

Gaetano ha detto...

Cara Paola,

ora sei entrata nel vivo di una realtà che in modo profondo ho già chiarito, ma chi bada a queste concezioni?

Mi dispiace rilevare di avere l'impressione che in gran parte del mondo del web (una certa interfaccia del mondo delle realtà) mi pare di intravedere quello dei "cicisbei" oggetto di ironia da Parini con il "giovin signore", ma non solo da lui, dalle commedie di Goldoni, dal diario giovanile dell'improbabile cicisbeo Vittorio Alfieri ai dipinti del Tiepolo, tutte le testimonianze - benché in disaccordo sul giudizio morale si trovano concordi nel descrivere il cicisbeo come il fedele e (soprattutto) onnipresente accompagnatore delle dame sposate della buona società italiana settecentesca.

Ho già detto che «Ci sarebbe da chiederci, cara Paola, cosa c'è dietro... ma dietro dietro, adesso, ancora a quest'altro racconto di Arkadij Timofervič Averčenko...»

«Con questa storia del "dramma" del conte Birdin si riesce subito a capire che il mondo su cui influisce non è l'anima, dove si agitano i sensi; dove l'amore (di qualsiasi natura) fa il il bello e cattivo tempo influendo sul corso degli eventi. Si tratta dunque dello spirito e così pure il primo racconto di quel generale e l'inventore, di un tutto fuori dai canoni della ragione umana.»

Si parte dal nostro ARCADIO AVERCENKO che nacque a Sebastopoli nel 1881 e morì a Praga nel 1925. E non la metterei tanto sul ridere per divertire sul conto delle sue storielle: come questa del conte Birdin. Invece è un dramma, se non tragedia, che ora si incentra su questo trafiletto:

«Dopo una lunga meditazione , la direttrice dell'istituto sospirò e disse , con tono deciso:

- Non c'è che una via d' uscita : vostra moglie deve dimagrire.

- Ma come?

- Regime e dieta , non bastano da soli. Dovete procurarle qualche dispiacere.

- Va bene!- promise il conte, mentre una ruga di dolore gli solcava la fronte nobile- Sarà fatto. Io la amo ...ma sarà fatto!»

Dunque ho fatto capire che qui ci si occupa di una certa "lotta nei cieli" del tutto simile a quella dei religiosi dell'arcangelo, fedele a "Dio", Michele e della sua schiera angelica contro l'angelo ribelle e i suoi principi a lui fedeli che furono precipitati negli inferi. Già da qui non si veda un comune modo stereotipato di un "Dio" stabile ma che "cambia" nel tempo. Scandalizza ma la lotta nei cieli suddetta si perpetua perché solo così si può parlare di EVOLUZIONE COSMICA.
Si vuole un esempio preso dalla Bibbia? Vedasi la lotta di Giacobbe contro l’angelo. (Genesi, 32,25-31)

Allora ARCADIO AVERCENKO non fa che occuparsi a modo suo (alla Parini o Goldoni - mettiamo) dei fatti traumatici in cui la sua Russia va incontro al suo culmine con il crollo della Russia degli zar. Perciò guardiamo la storia a riguardo.

In Russia c'era grande tensione, ai primi del 1900 c'era ancora servitù della gleba e i proprietari terrieri si arricchivano sempre di più. C'era pochissima industria rispetto alle altre nazioni, c'era malcontento. Conosciamo i drammatici eventi che seguirono fino al punto che fu destituita la monarchia dello Zar. Scoppia così la rivoluzione detta Rivoluzione di Febbraio avvenuta il 23 Febbraio 1917, cui seguì la guerra civile russa.
Si tratta di uno degli avvenimenti più sconvolgenti del secolo XX, sia per l'enorme costo umano e materiale che per le conseguenze del suo esito per la Russia, per l'Europa e per il mondo intero.

Ma è appena l'inizio delle tribolazioni specie in Russia. Il cui prezzo fu almeno cinque milioni di morti, mentre un milione trecentomila russi fuggono in esilio e inizia la tragedia per decine di milioni di uomini e di donne russi e non russi

Si è capita ora la sottigliezza di ARCADIO AVERCENKO che impersona un peculiare "Dio" nel conte Birdin che, suo malgrado, è costretto a procurare "dispiaceri", all'amata contessa sua consorte che pur amava molto. Si capisce a questo punto che la contessa, per Avercenko, è la Russia dei tanti benestanti che deve "dimagrire".

Gaetano,

Paola Tassinari ha detto...

Ormai credo che tu sia un " alieno" , sbarcato da una astronave, sai talmente tante cose......
....Si capisce a questo punto che la contessa, per Avercenko, è la Russia dei tanti benestanti che deve "dimagrire"...... questa tua frase, per me che so il finale, mi risulta molto triste, perchè mi fa capire che ARCADIO AVERCENKO si sentiva una Cassandra e ciò deve averlo fatto soffrire molto.
Le Cassandre ci sono anche oggi, ma come svelare le "vere", infatti il vero dramma è RIconoscere il vero.
Gaetano un affettuoso abbraccio per ringraziarti dei tuoi commenti e voglio pensarti in una serena e dolce domenica in mezzo ai tuoi figli ed a tua moglie .
Ciao.

Annarita ha detto...

Non posso che concordare con l'analisi di Gaetano, aggiungendo che il racconto di Avercenko, indirizzato alla realtà russa dell'epoca, assume un valore universale che la travalica.

Un abbraccio
annarita

Paola Tassinari ha detto...

Anche io sono perfettamente in sintonia con entrambi...... Annarita, aspetto la tua poesia......sono curiosa.
Baci. :-)