martedì 13 gennaio 2009

IL GRANDE VETRO, IL GRANDE ENRICO

Qui voglio rendere omaggio a Marcel Duchamp (1887/1968), ispirata dalla sua Gioconda coi baffi, con la scritta L.H.H.O.Q. (lei ha freddo al culo), ho preso un ritratto di Enrico VIII eseguito da Holbein, l'ho deformato ed ho aggiunto la scritta E.N.R.I.C. (e non rese indietro che...). Marcel Duchamp,studiò a Parigi, iniziò col Cubismo, poi fu protagonista del Dadaismo. Fece studi di tipo alchemico, cercando la sezione aurea come luogo non luogo, sede della perfezione. La sua opera più importante è IL GRANDE VETRO (la macchina perfetta). La parte superiore è la sposa, la parte inferiore è la macchina macinatrice di cioccolato ed è la parte maschile. la sposa è messa a nudo dai suoi scapoli (Duchamp fu campione di giochi di parole, in francese la sposa è la Marie ) denudata nella ricerca del vero diventa anche la pietra filosofale. La Sposa è purezza, è Maria è la Vergine e diviene l'Assunzione della Vergine, infatti vi è una linea orizzontale che la divide dalla parte terrestre/maschile una sorta di macchina/cioccolatrice/inutile, una macchina che non produce. Ci sono poi dei personaggi, come stantuffi, che sono gli Apostoli che guardano L'Assunzione della Vergine. Il tutto viene inserito in una scatola che ha valore materialistico della terra con sublimazione del super/io in alto e dell'io in basso.

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